
Manisporche di Eros Ciotti e Mario Giorgi presentato a Priverno
22 Gennaio 2023Questo mio indegno pezzo lo voglio dedicare oltre che a Mario Giorgi, uno dei colleghi più intelligenti che ho incontrato, a Sabino Vona che sarebbe stato in prima fila in questo confronto con la sua curiosità e il suo rigore. E a Eros naturalmente
“Mi farebbe piacere averti tra i presentatori del mio libro”, la richiesta è di Eros Ciotti persona spiritosa quanto geniale. Dico di sì, senza ancora sapere di che libro si tratta penso a ricerche su Leonardo…
No, è un libro di vignette sue con testi di Mario Giorgi su “mani pulite”. Il libro ha per titolo “Manisporche”. Lui, Eros, dice che ritrovandosi nel baule delle cose perse le vignette le ha riproposte complice Mario Giorgi per la parte “dialettico-politica”.
Mario Giorgi è da poco scomparso, ha fatto questo mio “sporco” mestiere di raccontare scegliendo di farlo nella sua Priverno, tra la sua gente. Una scelta che ho condiviso, che pesa, ma a noi piace. Ho provato a lavorare lontano, a Milano, ma mi sentivo così perso, qui respiro la mia gente anche quando è incoerente.
Poi… Eros lo sapeva sono socialista e questa “malapiante” mi sta dentro e su manipulite.
Lo presentiamo a Priverno, nel salone di rappresentanza del Comune. Già questo è bello come lo è la piazza antistante, le scale, i leoni… poi dici perché ti attacchi a questi posti.
Saluta il sindaco, Anna Maria Bilancia, l’assessore alla Cultura Sonia Quattrociocche.
Modera Antonio Scarsella. Il libro Eros me lo ha mandato per leggerlo per chat. Io l’ho letto, ma soo ora vedo le vignette su carta e sono ancora più belle, il volume è edito da Metropoli’s. Bello il tratto, belli i particolari. Certo i personaggi sono passati, c’è una vignetta su Valdo Spini ma chi lo ricorda? Ma il tempo dentro questo libro è presente e il confronto lo dimostra. Scarsella è puntuale, ha ricercato, ha studiato è veramente nel filone di Marzullo, e su questo lui stesso ci gioca ma… il confronto non è banale, non è storico, è presente.
Gianfranco Domizi, scrittore opinionista, spiega la distorsione del sistema elettorale con la soppressione del proporzionale e delle preferenze, Scarsella ha un poco di nostalgia della cultura politica pre manipulite, Ciotti incassa un dibattito che si accende. L’assessore Quattociocche fotografa il libro citando la vignetta in cui Andreotti, sta di spalle, e il commenta è di una canzone di Lucio Dalla “e senza disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi o i cretini di ogni età”.
Ma se fosse che “qualcuno si presenterà e sarà di certo cretino senza età”?
C’è il presidente della Compagnia dei Lepini, Quirino Briganti che legge la vivacità di queste terre, il bisogno di pensare a tempi nuovi, a sistemi di produzione nuovi, legge quel momento di cambio di classe dirigente come passaggio dal modello di produzione per quantità all’avvio del bisogno di qualità.
Tocca a me, che dire che dico, dico che se in una comunità la Politica che Machiavelli aveva distinto dalla morale, torna ad essere affermazione di virtù, la politica muove ma non per mani manigolde, ma per morte della democrazia della rappresentanza. Mani pulite è figlia di un Enrico Berlinguer che si distingue dagli altri non più sulla città futura di Gramsci, ma sulle virtù di Robespierre. Ma non essendo un periodo rivoluzionario il potere dello stato più istituzionalmente conservativi, la magistratura prende il sopravvento. Non si fa più cronaca politica davanti al parlamento ma davanti ai tribunali.
Come al solito mi lascio prendere dalla passione contro la democrazia della ipocrisia, che le colpe sono altrove mai in noi.
Scarsella chiama in campo Pierpaolo Pasolini, il suo rifiuto della società dei consumi. Non so se ha ragione, so che Pasolini immaginava una società, quella contadina del suo Friuli, che aveva valori naturali, ancestrali, che forse residuavano nel sottoproletariato delle baracche romane. Ma lui era poeta, la critica alla Milano da bere, invece, era di guardie e di carceri. Si suicidarono a latere di mani pulite 40 persone.
Dibattito vivo, che non è vero che erano residui di archivi da cantina ma il lavoro di Eros Ciotti e di Mario Giorgi sta nella carne viva di questo paese, con punti di vista diversi… e viva Dio, ho sempre odiato pensarla uguale.
Eros Ciotti – Mario Giorgi
MANISPORCHE
Metropoli’s