La mia corsa a non sindaco e il programma che non faro’ mai

La mia corsa a non sindaco e il programma che non faro’ mai

14 Marzo 2023 2 Di Lidano Grassucci

Incontrai, innamorandomene, la letteratura umoristica con Jerome K. Jerome e il suo capolavoro Tre Uomini in barca (per non parlar del cane). Poi Giovannino Guareschi con Don Camillo e Peppone mi insegnò che anche della politica si poteva ridere e farlo mi piace da morire, mettendo alla berlina il mondo e quindi me stesso. Così si legge se vi va, se non sapete ridere, vi prego, desistete, lasciate perdere, fate cose più serie. Hitler era serissimo, Stalin pure ne hanno fatti fuori seriamente parecchi, dal ridere nessuno è morto mia. 

 

 

Giorni fa, per goliardia, il collega Giovanni Del Giaccio mi “propone’ come sindaco nella piazza virtuale dei social. Noi giochiamo per alleviare la fatica di raccontare che presuppone il dovere di guardare, di vedere, di capire. Una fatica pari quella dell’attore che deve fare mille parti e facendolo dimentica l’unica che gli appartiene, la sua. Ne ho raccontate tante che ora confondo il “mi è capitato” col “l’ho scritto, l’ho riferito”. 

Quando mi si propone qualche cosa io mi chiedo sempre “ma lo posso fare?”.
Conoscendomi rispondo: “certo che no” e desisto.
Poi mi chiedo “ma se lo faccio mi costa fatica?” e mi rispondo “sì” , allora desisto.
Per me è tempo di stare al bar, è tempo degli amici.
Poi, da ragazzo, nel delirio bellissimo di cambiare il mondo, ero per “il rifiuto del lavoro” davanti a mio padre che era per l’ “etica del lavoro”.
Lui voleva pane e dignità, io rose e felicità. E la ricchezza non erano denari, ma il tempo per fare come ti pare, per dedicarti a cose che sono così utili che non servono a niente
Decise di cambiar vita, di approfittare delle ore del mattino. Si levò alle sei, fece la doccia, si rase, si vestì, gustò la colazione, fumò un paio di sigarette, si mise al  tavolo di  lavoro e si svegliò a mezzogiorno
Ennio Flaiano
Quindi, non vi preoccupate: mai farò sta roba che non e’ per me. Poi io so ridere delle cose del mondo che di loro non sono serie essendo la vita non seria
Comunque l’invito del collega Del Giaccio e l’ampio sostegno ottenuto (si dice sempre così) mi porta a dover fare un programma perché non farlo parrebbe brutto e allora ecco il programma:
Non costruirò nulla, nessuna strada nuova, nessun marciapiede in più, manco un lampione oltre quelli che ci stanno, ma vi assicuro che riparerò le buche, sostituirò le lampadine.
Nessun ospedale nuovo ma tanta manutenzione al vecchio e mi batterò anche se non mi compete ma per dovere di dare più soldi a infermieri, medici che lavorano lì, la sanità non sono i muri ma chi ci cura. Naturalmente emanerò una ordinanza che vieterà di morire in tutto il territorio comunale, pena la morte, risolvendo il nodo delle sofferenze per i distacchi e finisce la storia del cimitero di cui, è di tutta evidenza, non avremo più bisogno.
Non farò costruire manco un garage ma sopra ogni casa in altezza ciascuno darà come crede, farò toccare agli edifici il cielo per salvare i campi di grano e per farli ammirare dai grattacieli, che anche Dio se vorrà tornare tra noi dovrà scendere le scale del condominio.
Farò venire in centro tutte le scuole usando tutti gli edifici vuoti a cominciare dal Key che “requisirò”, riaprirò l’autolinea vecchia con bus da ovunque e per ogni dove. Con l’effetti che tornerà tanta confusione in centro con mille dialetti.
Farò fare i matrimoni in municipio e divorziare il piazza dove un pianoforte suonerà sempre tranne quando si vorrà riposare.
Insomma non vi prometto niente ma quel che prometto mantengo.
Farò però la lista del Bar Mimì con candidato sindaco “chi vince” ma ci sta simpatico pure chi perde.
Oste portace na mezza birra e na gazzosa che dobbiamo lamentarci in santa pace.
Ad majora.
Dio mio ho lavorato, ed ora sono stanco e quindi? Desisto