Gaetano Loffredo, l’uomo della strada del mare

Gaetano Loffredo, l’uomo della strada del mare

23 Aprile 2023 0 Di Emilio Andreoli

Era martedì quel 7 luglio del 1959, una data storica per Latina. Dopo ventisette anni dalla fondazione, la città si univa al suo litorale con la strada del mare. L’apertura dell’arteria era sì provvisoria, ma ormai era fatta. Prima di quella strada, i cittadini facevano un giro ben più lungo per arrivare al lido, su strade strette e scomode. C’era voluto un bel po’ di tempo per colmare quella distanza di pochi chilometri. Poi improvvisamente la svolta: Il progetto viene divulgato dalla stampa i primi di gennaio del 1958. Lo aveva annunciato un uomo che sapeva guardare lontano, immaginando un grande sviluppo turistico per la città. Quel qualcuno era il Presidente della Provincia di Latina. Avvocato e politico… di quelli che non stanno in poltrona, ma girano e ascoltano le esigenze dei cittadini… si chiamava Gaetano Loffredo. Un personaggio che assolutamente dovevo raccontare.

                                                                                                                                                                Riuscite a immaginare Latina senza la strada del mare? Eppure sessant’anni fa i nostri genitori per andare da Latina a Capo Portiere dovevano passare necessariamente per Borgo Sabotino o per Borgo Grappa. Dalla fondazione della città, si attesero ventisette anni prima di unirla al mare. Questo la dice lunga su quanti credevano nello sviluppo della marina. D’altro canto la città e il suo territorio, inizialmente, erano abitati da persone che il mare lo avevano visto, forse, solo in cartolina. Anche gli autoctoni dei monti Lepini non erano propensi ad arrivare al mare sin dai tempi della palude. Troppo rischioso avventurarsi tra pantani e zanzare.

La città era stata voluta a vocazione rurale e, anche per quello, il lungomare non era mai stato considerato un’opportunità. Finita la guerra, con lo sviluppo industriale, incentivato dalla Cassa del Mezzogiorno, le cose cambiarono. Ma sarà un uomo nato in una cittadina di mare a iniziare a pensare al territorio pontino, come luogo di interesse turistico. E sarà proprio la viabilità, su tutta la provincia, la missione principale nella sua vita politica, fino al giorno della sua improvvisa scomparsa. Era Gaetano Loffredo.

anni ’20, Gaetano Loffredo in divisa nel periodo di leva

Conosco la famiglia Loffredo da sempre. Alfredo, figlio di Gaetano, è stato mio cliente fino alla chiusura dell’attività. L’ho incontrato qualche giorno fa al Museo Cambellotti, in occasione del Premio Internazionale di “Fotografia Città di Latina” di cui è uno degli ideatori. Appena l’ho visto mi è venuto spontaneo chiedergli se avesse voglia di raccontarmi di suo padre. Dal sorriso ho capito la sua disponibilità, ma anche un po’ di perplessità. Non tutti sanno che scrivo. Grazie poi all’intercessione dell’amico comune Alfredo De Santis, Presidente del Circolo Cittadino, ho avuto l’appuntamento nel suo prestigioso studio in via Don Morosini, di fronte Piazza Dante.

L’avvocato Gaetano Loffredo

Gaetano Loffredo nasce a Terracina il 21 novembre del 1905. Figlio di un impiegato, Alfredo, di origini nobili e di Tamira. Gaetano è un bambino sveglio e molto intelligente. Dopo la maturità si iscrive all’università La Sapienza di Roma, alla facoltà di giurisprudenza, dove consegue la laurea in legge. Negli anni trenta dopo il praticantato ottiene l’abilitazione ad esercitare la professione di avvocato. Apre così il suo primo studio legale a Terracina. Nel frattempo si è sposato con Maria Grenga, anche lei di Terracina. Il ragazzo ha grandi capacità, ma poi arrivano gli anni bui della guerra ed è costretto a sfollare prima a Sermoneta e poi a Roma.

A Roma la fame inizia a farsi sentire e ormai sono in quattro, perché nel frattempo sono nati due figli, Maria Piera e Alfredo. La terza, Maria Assunta, nascerà dopo la fine della guerra. Gaetano, pur di racimolare qualche soldo, per sfamare la sua famiglia, si adatta a tutto. Lavora nei mercati generali sulla via Ostiense. Carica e scarica cassette di frutta e verdura dall’alba al tramonto. Un lavoro duro, ma che consente un piatto caldo per lui, sua moglie e per i suoi due figli. Finalmente la guerra finisce e nel 1945 può tornare a Terracina, ma per poco tempo perché ha l’intuizione di trasferirsi a Latina.

In quella nuova città immagina il suo futuro. Anche se i primi tempi saranno duri. Fagioli e patate a pranzo e pure a cena. Va ad abitare con la sua famiglia in Piazza del Quadrato e apre uno studio legale in Via Costa, insieme ad un altro avvocato, Mario Lauro Pietrosanti. Poi le strade dei due avvocati si dividono e Gaetano apre il suo studio in un appartamento in via Fabio Filzi, dove si trasferirà con la famiglia.

L’avvocato Gaetano Loffredo in un convegno della Democrazia Cristiana

Nei primi anni cinquanta scopre la passione per la politica, grazie a un cugino di secondo grado di sua moglie, l’onorevole Giulio Andreotti. Nel 1952 viene eletto Presidente dell’Ordine degli Avvocati, carica che manterrà fino al giorno della sua scomparsa. Per la sua preparazione è considerato uno dei migliori penalisti della provincia. Diviene anche Presidente dell’Ente Provinciale per il Turismo di Latina. Lo sarà per un decennio, in cui dimostrerà le sue doti di profondo conoscitore dei problemi locali e di attaccamento al suo territorio, mettendo in risalto le importanti possibilità turistiche. Si batterà tutta la vita per migliorarlo e svilupparlo.

Articolo d’epoca del quotidiano Il Popolo. Gaetano Loffredo ha in mente la strada Mediana

Per le sue capacità organizzative sarà Vice Presidente dell’Ospedale Civile di Latina e pure consigliere comunale con la Democrazia Cristiana. In questa veste si adopererà per importanti realizzazioni nella viabilità, nello sport e nel turismo. Tra i suoi tanti ruoli, ricoprirà anche la carica di Presidente del Latina Calcio. Il 13 luglio del 1952 viene eletto Assessore alla Provincia e contribuirà alla risoluzione di importanti problemi legati al progresso del suo dipartimento. La dedizione al territorio pontino lo porta ad essere eletto, nel 1956, Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Latina.

Dal quotidiano Il Tempo: 12 luglio 1956, Gaetano Loffredo viene eletto Presidente della Provincia di Latina

Un politico amato dalla gente e che ha lasciato tracce di se

Gaetano Loffredo, è stato un uomo saggio e di grande cultura, al suo attivo diverse pubblicazioni. Ma soprattutto è stato un uomo concreto e profondamente innamorato della sua terra. A lui, nel periodo di presidenza provinciale, si devono le più importanti arterie stradali del territorio pontino, come la via Flacca, la Mediana Latina-Terracina (oggi Pontina) e per noi latinensi la strada che ci sta più a cuore, la strada del mare. Di cui lo scrittore Antonio Pennacchi, prima della sua scomparsa, ha dedicato il suo ultimo romanzo intitolato appunto: “La strada del Mare”.

Dal Quotidiano Il Tempo: 19 febbraio 1957 Gaetano Loffredo pensa ad unire Latina al Lungomare sfruttando i fondi della Casssa del Mezzogiorno

Chissà quanto avrebbe potuto dare ancora Gaetano, probabilmente sarebbe stato eletto  sindaco. Ma il destino purtroppo non fa sconti a nessuno. Era martedì 9 marzo del 1960, quando un improvviso attacco cardiaco non gli ha lasciato scampo. Aveva solo cinquantaquattro anni e tanti altri sogni ancora da realizzare. Al suo funerale una folla incontenibile, nella piazza, nella chiesa di San Marco e per le vie del centro. Dopo la sua morte venne insignito della Commenda dell’Ordine della Repubblica e della medaglia d’Argento della Pubblica Istruzione per i meriti acquisiti nel campo della Cultura, dello Sport e dell’Arte.

Sulle prime pagine di tutti i quotidiani la notizia della scomparsa di Gaetano Loffredo

A lui è intitolato il piazzale di Capo Portiere, dove tutti noi ci affacciamo per vedere il mare, e la sala conferenze nella sede della Provincia in via Costa. A Terracina, suo paese di origine, Invece, gli è stata intitolata la piazza adiacente al Tempio di Giove.

Una folla incontenibile, sotto la pioggia, sfila per le vie della città per l’ultimo saluto a Gaetano Loffredo

Il ricordo del figlio Alfredo

Alfredo, eri molto giovane quando morì tuo padre, che ricordi hai di lui?

“Sì, ero molto giovane, avevo ventitre anni e mi mancavano due esami alla laurea in legge. Il sogno di mio padre era quello di starmi accanto nella professione. Ci teneva molto che diventassi avvocato. Mi immaginava vicino la sua stanza per potermi preparare al meglio. Voleva che facessi il penalista settore in cui eccelleva. Oltre quello di padre e figlio avevamo un rapporto di amicizia. Gli confidavo tutto e lui era sempre pronto a darmi consigli. Purtroppo se ne è andato troppo presto”

Sei diventato poi avvocato?

“Sì, ma non ho mai praticato la professione. Lo sono diventato per mio padre, glielo dovevo. Dopo aver maturato il titolo mi cancellai e intrapresi un’altra strada. Sono stato per molti anni agente dell’INA Assitalia per la provincia di Latina. Finito quel percorso la Loffredo assicurazioni è diventata agente AXA, un gruppo assicurativo mondiale, che ora seguono i miei figli, Simona e Gaetano”

Contrariamente a tuo padre, la politica l’hai sempre seguita dall’esterno, anche se qualche incarico importante, se non ricordo male, l’hai avuto

“Sono stato Presidente della Camera di Commercio dal 1992 al 2004, dopo la presidenza dell’avvocato Ezio Lucchetti”

Sei una persona molto stimata in città. Cos’è che avresti voluto fare e non ti è riuscito?

“Ho solo un grande rammarico, non essere riuscito a portare a termine il progetto dell’Alta Diagnostica. Sono stato osteggiato in tutti i modi e Latina ha perso una grande opportunità”

Dal quotidiano Il Tempo l’annuncio dell’intitolazione al piazzale di Capo Portiere ad Alfredo Loffredo

Sono passati oltre sessant’anni dalla scomparsa di Gaetano Loffredo, ma la mancanza di un genitore l’avverti sempre, tutta la vita. Le emozioni restano immutate, come quelle che ho percepito da Alfredo nel parlare di suo papà.

Dal quotidiano Giornale d’Italia 7 luglio 1959 una data storica per Latina

Chissà cosa avrebbe detto Gaetano guardando la città dei nostri tempi… Certo il suo sogno di vedere uno sviluppo turistico si è infranto, come quello della viabilità, ferma quasi ai suoi anni. Intanto sta iniziando la bella stagione, allora facciamo una bella passeggiata a Capo Portiere a guardare il mare… e se vi capiterà di leggere la targa “Piazzale Gaetano Loffredo” ora comprenderete del perché sia stato a lui intitolato.