Un poco di polenta

Un poco di polenta

20 Maggio 2023 0 Di Lidano Grassucci

Che maggio strano, che maggio senza coraggio. Mi pare che si vesta di novembre, anche le persone paiono dentro un autunno e nessuna primavera all’orizzonte. E allora che sia polenta, che sia polenta che mi scalda il tempo presente.

Lenta, lenta, lenta la polenta che basta un poco d’acqua a portarla via. Scivola nello stomaco la polenta che è farina che bolle e il mestolo gira, fai fatica a fare la polenta che non ha il sapore di niente, è un cibo “assente”, poco divertente.

Ma è caldo e poi ruba il sapore al ragù, ai broccoli, al formaggio. La polenta è un povero che mangia gli odori del mondo perché di sapori non conosce. Al centro del tavolo una sarda e mangi polenta e quell’odore. Polenta e odore.

Ecco, la polenta è il niente su di un odore. Ma ti salva, ti salva dal morire, ti salva che è “manna” di tutti i poveri del mondo. Si perchè chi non ha, ha la polenta come illusione. Pare crema pasticcera, ma sa di sale, anche un po. Pare liscia come crema piena di rosso d’uovo, invece è questo nulla che non sfama ma non fa morire di fame.

La polenta la mettevano sulla spasina di legno colava dal centro e si espandeva, invadeva sopraffacendo il legno, poi mani sapienti facevano canali e il sugo rosso colava sulla colata, come lava sul cono di altra lava e dentro a riempire la corsa, Cascate Vittoria al loro Nilo.

Infine il formaggio che odora di pecora o di mucche di monte e… la mia polenta era diventata ricca perché si colorava, era come una signora che aveva visto la fame ma era pronta per andare a La Scala ad ascoltare Verdi.

La mia polenta era ora una dama di Venezia in piazza San Marco a carnevale.

Si vengo dalla polenta e sono felice, perché l’ho mangiata per giorni, per mesi, per anni. Cotta e ricotta sulla cucina economica con sulle piastre che facevano strisce nere e gialle e si faceva quasi pane.

La polenta è un ricordo, è questa dama che si veste che anche gli ultimi hanno dentro tutta la bellezza del mondo e comincia l’Aida, Dal loggione alla platea la musica che è la vita.