Latina e l’assessore alla cultura che nessuno vuole

Latina e l’assessore alla cultura che nessuno vuole

23 Maggio 2023 0 Di Lidano Grassucci

La vita non è facile mai, le scorciatoie poi… ora Latina ha cambiato gioco rispetto a Damiano Coletta, ora tocca un fardello pesante a Matilde Celentano e non c’è la scusa di un altro colpevole. Fino a venerdi 12 maggio le copo per le file della Tari erano di Coletta, dal 15 non più.

Con le elezioni a esito c’è uno scarico di responsabilità da una parte e un carico di responsabilità dall’altra. Tutto muta, il governo se piove è maledetto ma lo è anche se c’è la secca. Allora? Bisogna prepararsi non alla bonaccia di oggi ma alla tempesta di domani. Mi spiego con Esopo:

La cicala balla e canta mentre la formica fa provviste per l’inverno che sta per arrivare… chi delle due arriverà meglio preparata all’arrivo del freddo?

Questo è tempo di raccolto, ci sono le rose, le nespole, le ciliegie e tra poco il grano ma poi… vedete questo inverno non ha piovuto molto, chi non è contadino, si è attrezzato per non avere più acqua. I contadini no, i contadini sanno che prima o poi Giove pluvio manda l’acqua e non poca.

La saggezza amici miei è storia di storie. Le anziane delle mie parti quando c’erano i frutti facevano la marmellata, quando non c’erano davano da mangiare la marmellata ai bimbi perchè mai fossero a digiuno. Così vanne le cose da sempre se sai che la vita non è l’attimo che vivi ma la somma degli attimi vissuti nella speranza dei prossimi, e ora quando te ne rendi conto è ieri.

Ora si litiga per gli assessorati ed è normale, sarebbe strano non si facesse ma sarebbe bello litigare per l’assessore alla cultura, non per quello all’urbanistica. Sarebbe bello litigare su quanti libri comperare, non su quanti muri contare.

Sarebbe bello scegliere tra un assessore che vorrebbe Latina città della vita con il cuore che pulsa nei lepini, magari nella cappella della Annunziata a Cori, nelle mura ciclopiche di Norma, nelle torce di Sonnino, nei dubbi su Dio di San Tommaso d’Aquino a Fossanova, o nell’uomo a phi di Sezze. Contro chi vuole Latina che guarda verso il mare c on Fogliano dove insegnava Sibilla Aleramo, dove ci sono piante da ogni parte del mondo per fare qui un nuovo mondo. E con chi invece a nostalgia di una Italia che aveva paura, ma anche nella paura si deve vivere.

Se quest’acqua di lago fosse acqua di mareQuanti pesci potrei cucinare staseraAnche un cuoco può essere utile in una buferaAnche in mezzo a un naufragio si deve mangiare
Che qui si fa l’Italia e si muoreDalla parte sbagliataIn una grande giornata si muoreIn una bella giornata di soleDalla parte sbagliata si muore
Francesco De Gregori, Il cuoco di Salò
Capito che dico e da li modellare una città nastro che va in collina a cercare la storia, si fa internazionale nela prima delle strade del mondo, l’Appia. O una città che prova a farsi il bagno anche se ancora non sa nuotare. O ricorda piangendo la tragedia per non dimenticare.
Sarebbe bello così litigare, un  litigio sul pensare. Ma la cultura sarà con lo sport e  musei saranno palestre le palestre musei. Così vanno le cose in questo piano dove l’acqua non corre al mare.