Latina, le divisioni e i voti negativi del mio liceo Grassi

Latina, le divisioni e i voti negativi del mio liceo Grassi

25 Maggio 2023 0 Di Lidano Grassucci

La politica è cosa seria mi dicono accigliati, per me è bellissima e con il sorriso. E’ passione, calore, cuore, generosità è perdere e ricominciare, è vincere e rendersi conto che forse pure i vinti non avevano tutti i torti

Ero rappresentate degli studenti al Liceo Grassi, c’era un professore di matematica che metteva i voti in negati. Prendevi meno 3, meno sette… seri colleghi del consiglio proponevano scioperi, lotte dire, il boicottaggio delle elezioni. Allora non ero pacioccone come oggi, prendevo la vita agitata e odiavo i pacifisti. Del resto a papà ci dicevano “micchifoco”, (seminazizzania), e io non negavo questa parte di me. Ma prima c’era il gusto della battuta, una roba che prevede sveltezza celebrale, capacità di pensare capovolto, di cercare le contraddizioni. Dovevi essere stati alle osterie con uomini fatti a forma di uomo, gente che non chiedeva di aver ragione, ma il torto lo odiava.

Mi alzai e dissi: mi scuserete l’ignoranza, ma in questo liceo si entra non sapendo niente, zero, e si esce sapendo meno di niente? Se così è chiudiamo la scuola perché non aggiunge ma toglie, è un problema.

Il mio professore di matematica, Briganti, mi guardò (in fondo non gli dispiaceva il mio essere un rompiballe). Mi aspettavo una reprimenda, una cazziata da essere rimandato. Invece mi disse: “Lidano, dal punto di vista matematico hai ragione”. Una vittoria politica, una medaglia da chi dei numeri ci capiva e aveva capito che avevo capito. Non fui rimandato.

Finirono i voti negativi al liceo Grassi. E’ stata la mia più grande soddisfazione della vita: avevo aiutato gli altri e per accidenti anche me.

Oggi la politica è fatta di calcoli elementari: ogni due consiglieri un assessore, il presidente del consiglio è equiparato ad assessore, poi sceglie chi arriva in ordine cronologico, di consenso, di estetica.

Fatto questo si fa la somma, ma prima delle somme devi sapere il valore di zero, questo ce lo hanno insegnato gli arabi, devi dare valore a niente, altrimenti ogni niente è tutto e tutto è niente, tutto indifferente: invece se capisci il niente comprendi il tutto. In tutto questo manca il colpo di reni di capovolgere il senso delle cose. Se avessi fatto la somma dei voti negativi con quelli positivi il mio ragionamento saltava e nulla mutava.

Se vai a scuola per imparare e, invece, disimpari, è sbagliata la scuola. Posso anche fare un viaggio partendo dalla meta, non da come ci sediamo a bordo dell’auto, poi dobbiamo vedere se c’è carburante, se le gomme sono a posto, se il motore va. Serve sapere  se chi guiderà ha la patente e in corso di validità ed è disposto a non bere durante il viaggio, fosse anche una mezza birra e una gassosa.

Fino a chiedere a tutti se hanno fatto pipì, altrimenti presto bisognerà fermarsi.

Comincerei dal viaggio.

PS: mi scuso se il mio pensare non è razionalista ma ragionevolista, cercare le ragioni non i numeri