La città diversa

La città diversa

25 Maggio 2023 1 Di Lidano Grassucci

Ieri la città si vedeva a malapena
oggi la città si vede tutta intera.

Ieri il mare si scuoteva da fare pena
oggi il mare ha la barba tutta nera.

Lucio Dalla-Roberto Roversi, Anidride Solforosa

Come vorrei la mia città? Onesta. La vorrei onesta ma non per quella cosa manifesta che è battersi il petto al sole per aver posato alla notte ogni peccato non narrato.

Ma onesta col tempo che non si offende rimpiangendo il passato dei vecchi ma si esalta alla speranza dei ragazzi che non fanno silenzio. Nel rumore sguaiato che fa la vita quando si annuncia ed è il rumore del motore che i ragazzi fanno suonare. Perché questa città è risa di piazza e non quiete di cimitero. La vorrei onesta col mare che non sa navigare ma che ha l’umiltà di ammirare, non repubblica marinara di cui non ha il fisico, ma città davanti al mare di cui si sa affascinare. La vorrei capace di sentire l’acqua pura che viene dal monte che uccide ogni arsura e risputarla in mare libera nel suo tornare e, in mezzo, la fatica di sudare per fare di questo pantano d’inferno un paradiso se lo sai rispettare.

La vorrei onesta che non bara sull’età perché è vecchia e lunga la sua storia che qui di giovane non c’è neanche il bestemmiare.

Come vorrei la mia città? Che sapesse litigare di ogni destino che si viene qui a ritrovare o, solo, a ricominciare a sperare. La vorrei non illusa, ma sognante, capace di capire cosa sanno fare le sue mani e non pietire ad altri il suo domani perché considera ieri un regalo.

La vorrei che conoscesse le sue donne dalla Madre di Satricum, alla ragazza che vuole amare solo senza dover subire, ma libera come Circe ad ogni amore per il suo unico amore.

La vorrei onesta e che qualcuno la raccontasse non per le sue case ma per la sua gente, gente non fatta di niente ma del sangue di ogni viandante da Paolo di Tarso all’ultimo Bepi che guardava il piano e aveva lacrime lontano, insieme e a quel buttero che unico sapeva nuotare nel fango e come girino aveva vita d’acqua e di terra sempre bagnata.

Così la vorrei, a nessuna altra uguale.

Mi scuserete se vi rubo il tempo è che io ne ho un poco e lo scrivo. Bella la mia città se tanto “gentile e onesta pare” anche se altro saluta.

Cosa ci vuole si sa
per far successo con la gente
si intende un filo logico
importante
la casa discografica adiacente
veste il cantante
come un deficiente
lo lancia sul mercato
sottostante.

 Enzo Iannacci, Cochi Ponzoni, Renato Pozzetto, Questa è la canzone intelligente