Latina, la cultura e il sentimento. Intorno alla macchina di Santa Rosa

Latina, la cultura e il sentimento. Intorno alla macchina di Santa Rosa

4 Settembre 2023 0 Di Lidano Grassucci
Semo tutti d’un sentimento?
Grida il capofacchino ai 113 uomini che debbono sollevare e portare la Macchina di Santa Rosa a Viterbo.
L’esortazione è: ve la sentite? Siete disposti a fare l’uno per l’altro? lo volete fare? Sentite Santa Rosa in voi e Viterbo, sentire Viterbo che è Santa Rosa?
I facchini gridano sì e inizia una sfida contro ogni cosa, contro la fisica, contro la ragione, per devozione. I facchini debbono portare per le vie della città, a spalla, una macchina altra 30 metri e pesante 5 tonnellate. Strade strette, in salita.
Ma nessuno si chiede perché, nessuno ha paura. Tutti gridano “evviva Santa Rosa”. Uomini grossi, uomini fatti con ragazzi che sentono la fatica, tanta, e l’invocazione “evviva Santa Rosa”. Non lo fanno per i turisti, per i soldi, per gli alberghi pieni, ma per Viterbo.
Non amano a parole ma si caricano sulle spalle l’amore. Ogni 3 settembre da secoli, ciascun facchino ha la sua storia di facchini che si perde nel tempo.
Mi chiedono che cosa è la cultura? E’ questo. Mi chiedono cosa è la Patria? E’ questo.
Il capo facchino dice “prendete fiato”, urla “ritti” se vede che qualcuno sta per fatica soccombendo.
Uomini grossi che girano per Viterbo con 5 tonnellate sulle spalle e alla fine “donano” la macchina a suorine minute, ma madri che ora li guardano dalla piazza ma per secoli dalla clausura.
Sacrificio. Quelli sotto la macchina non vedono nulla solo i piedi di ci sta davanti, si debbono fidare. Di cosa si fidano? Di Viterbo.
Ogni 3 settembre che Dio manda su questa terra loro viaggiano con la Santa, ogni 3 settembre in ogni luogo c’è un viterbese c’è il pensiero a Rosa. Una santa bimba, muore a 18 anni. Non mangiava per dare da mangiare ai bisognosi.
Diventa l’identità di una città, per sempre.
Questo è amore, l’amore non sono le parole, non è l’entusiasmo, non è mostrarsi meglio degli altri. Non sono i muri. Sta dentro si chiama sentimento, badate sentimento non carriera, non vanità, non pensare di rinvangare un passato lavando gli abiti sporchi. Il sentimento è un facchino che si fa capo dei facchini perchè da loro liberamente scelto che dice a 100 uomini: “avete lo stesso sentimento?”. Sotto quella macchina dedicata af una Santa cristiana ci sono stati comunisti, fascisti, democristiani, repubblicani ma questo non significava perchè bastava essere “di Viterbo”.
Quest’anno sotto la macchina che si chiamava Gloria e che l’anno prossimo sarà sostituita i viterbesi hanno scritto i nomi di 1000 concittadini defunti, non per titoli, non per ricchezze ma loro eguali figli di quel posto. E lì dove la Santa sta con la sua statua portano gli ex voto, la testimonianza della grazia ricevuta.
Questa è cultura.
Se non hai processioni, se hai titoli e non eguali defunti, se non ringrazi per la grazia della vita, è amore effimero.
Evviva Santa Rosa, evviva San Lidano… Spero un giorno sentire Viva Santa Maria Goretti, con il sindaco in prima fila con la fascia tricolore, il vescovo affianco e i carabinieri col pennacchio. Ecco, a questo punto avremo “cultura”. Lo scrivo da anticlericale che resto, da ateo convinto, ma quando ho paura mi segno senza neanche pensarci nella speranza che Lidano sia dalla mia parte e mi sento meno solo.