La scuola

La scuola

11 Settembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Lidano vai a scuola, impara ciò che puoi, riportalo a come sei e non ti fermare mai.

Lidano devi andare fino in fondo, non si lasciano i lavori a metà. Prima i libri, poi il pane. Senti il maestro e ruba ogni sapienza,  ascolta la professoressa e senti la differenza. Lidano non ti fermare, poi questo non può bastare e vai con zia ad imparare altre cose che nessuno ti deve superare.

Lidano questo è il vocabolario, te lo regalo io tanto nonno stasera mangerà sugo finto e non saprà mai dove è finito il vero, miracolo del ragù che non c’è piu’ Ma se pure lo sapesse sarebbe il primo a dire che se serve a lui basta pane e pane.

Poi la fatica, solo con un sapere immenso ed io solo i salmi, io solo il latino del pregare di un padre che non riconosceva il Signore.

Nonno rigido faceva il maestro contadino, per non farmi sapiente ma cretino. Mi spiegò i muli, mi presento i cavalli, mi disse di parlare con i gatti e mille storie antiche che non venivo da niente, ma da ignoranza sapiente.

La scuola mi ha dato gli amici, la scuola mi ha dato strade che non sapevo e mi ha fatto piangere quando dovevo e mi ha insegnato a ridere che leggere è guitto e non funerale.

Lidano non devi essere primo, i primi sono cattivi, ma secondo mai e anche davanti al Papa non devi farti nessuno, la schiena dritta è sapere. L’ignorante si vede dalla cattiveria, dall’invidia, dal non saper tacere e solo mostrare il potere che non è medicina all’ignorare.

Auguri a chi oggi inizia la scuola perchè è una fatica che farà la differenza tra vivere sapendo e barare ignorando.

Poi ricordo che mi sono ribellato, che ho cercato di cambiare lo stato e non ero solo: avevo imparato a pensare e penso capovolto, mai accorto e ve lo debbo dire anche le battaglie perse sono combattute. Ma… sarebbe stato bello vincere.

va’ pure a scuola per non far scoppiar casinoStudia matematica ma comprati un violinoImpara a lavorare il legnoAd aggiustar ciò che si rompeChe non si sa mai nella vitaUn talento serve sempre

Eugenio Finardi, Scuola