Latina, la città difficile

Latina, la città difficile

11 Settembre 2023 1 Di Lidano Grassucci

Apparentemente è banale Latina, quadro e squadro edifici piccoli, campagna e città che si confondono. Gente che viene gente che va, apparentemente tutti che diventano di qua. Ma non è così, è città di vanità di cicale e non di formiche. Città dove conta il luccichio dei pezzi di vetro non l’ampolla opaca dove mettere unguenti che salvano la vita.

Latina è una corsa non a chi va più veloce, chi resiste di più, ma a rallentale la lepre per far vincere cani mediocri confusi da tempi da bari.

Non è banale Latina, è città di frontiera. Si fa il palio dei borghi, ma non corre il centro città, non corrono i quartieri. Il sindaco, Matilde Celentano, fa il conto alla rovescia, partono ma per girare intorno alla città, nessuno osa verso il mare. L’idea, va detto, è avvincente, la gara competitiva ma non c’è un “centro di gravità”, ma compartimenti stagni. I borghi restano altro dalla città, la città altro dai borghi come differente umanità.

“N demo a Littoria”, diceva mia nonna Gilda che dal podere doveva andare a fare cose importanti,  ma Littoria era un’altra città, lei non era di questa altra città. Si vestiva bene, come per un viaggio e vestita bene era a disaggio in uno spazio vuoto per lei.

In piazza Roma c’erano i signori, al Nicolosi parenti urbanizzati e un poco strani diventati orfani di humus, di grano, di vacche grasse. Mutanti.

Questa città è permalosa, gelosa è bara con la vita.

Bara nella gara con Terracina a farsi capoluogo, bara con la storia e si veste da Latina quando è arrivata in Littorina, e se lo dici ti dicono “ma è cosa passata” poi esaltano treni in orario e pacifiche campagne per il grano. Animo democristiano, animo che ha paura di ogni mutamento che non si sa mei cosa perdiamo, ma non ci interroghiamo su cosa potremmo conquistare.

Latina fa senatori cavalli e l’imperatore non sa manco cavalcare, non conosce i finimenti e pensa che il maniscalco è uno che ha un tatuaggio nelle mani e non comprende il nesso.

Capitale della cultura? Bisognerebbe prima aver coltivato le rose in testa ad ogni filare di uva moscato.