E non c’è più neanche il cappello

E non c’è più neanche il cappello

21 Settembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Si presenta con il cappello. Incedere elegante. Pare il padrone del presente. Poggia il cappello sul bancone, ordina qualcosa di forte come per bruciare le pene.

Lei lo guarda cercando di capire dove un uomo va a finire. Ultimo treno.

Ma non c’è la ferrovia.

Cosa vorrà di forte? Lei prende uno spirito di montagna, senza fronzoli, senza botti di rovere. Un cordiale come per i soldati che debbono andare ad una assalto e improbabile il tornare.

Lo versa in un bicchiere piccolo, bianco e bianco è il colore di quello spirito irriverente. Lui non dice niente, la sua voce è stato l’ordine di un liquore che lo renda assente.

Però che occhi ha quell’uomo, quando guarda, guarda. Occhi di bambino che parti anni fa e non erano certo di assassino, di malvagio, di re, di sguattero, di signore, di morto di fame ma erano occhi di ogni possibilità.

Beve d’un sorso, come fa l’orso col miele indifferente alle api derubate, L’uomo ingoia, lei da dietro il bancone non capisce quella attrazione, ma non si muove, non deve, c’è rispetto per ogni emozione, fosse l’ultima.

L’uomo ora la guarda come se quel cordiale fosse lente pulita che prima era opaca. Lei chiede se ha bisogno di un altro bicchiere, lui prende il bicchiere vuoto e lo allunga verso lei a dire, uno solo e poi vado via. Lei prende il bicchiere dalle sue mani, che mani, sono pulsanti, delicatamente forti, astute, assenti, avvolgenti. Quando tocchi mani che non sai può essere ogni cosa, nessuna cosa, mani di angelo mani di diavolo, mani che hanno rubato alla terra, mani che hanno alleviato al male, mani che si sono fatte male, mani di guerra, mani di pace.

Lei ora le prende, si accorge di non prendere il bicchiere, ma le mani. Il tutto è breve, ancora da riempire il bicchiere. Cordiale a tre quarti del vuoto a uno del pieno. Lei lo pone non nel bancone ma tra le mani, lui strappa e beve.

Prende dalla tasca una banconota, paga. Lei calcola il resto.

Già, il resto. Si volta non c’è più, e non c’è neanche il cappello.

 

 

Nella foto:

Jack Vettriano, Bar room