Davide doveva farsi uccidere 2/ Stefano Cardillo: le “ragioni” per Israele

Davide doveva farsi uccidere 2/ Stefano Cardillo: le “ragioni” per Israele

2 Novembre 2023 0 Di stefano cardillo

INTERVENTO STEFANO CARDILLO

Forza Italia, coordinatore comunale

Convegno: Davide doveva farsi uccidere da Golia, Latina circolo cittadino, 30 ottobre 2023/Atti 2

Ho imparato che la comprensione reale e profonda richiede la conoscenza della ragione, ché la semplificazione serve a nulla se il fine rimane la verità.

Per cui sarò schietto e realista e non perché io sia inumano o indifferente al dolore della guerra e della morte dinanzi cui siamo tutti della stessa parte, ma perché la ricerca della verità e delle soluzioni richiede la lucidità della ragione. Soprattutto se è la pace ad essere la soluzione.

Il 7 ottobre 2023 è il principio di un nuovo profondo mutamento dell’ordine mondiale, della storia.

L’attacco terroristico di Hamas a Israele nel quale sono morti smembrati, carbonizzati, violentati e decapitati 1400 ebrei e 250 sono stati rapiti, mostra inesorabilmente agli occhi del mondo il ritorno dell’antisemitismo, il ritorno della caccia all’ebreo. L’ebreo viene odiato in quanto ebreo, non importa se abbia torto o meno, è cacciato in quanto ebreo. Sentimento acutizzato esponenzialmente nelle ultime settimane dalla inevitabile, durissima e legittima azione di difesa del popolo israeliano. A Parigi la comparsa della Stella di David sulle abitazioni e le attività ebree, in Russia l’attacco di sostenitori filo palestinesi a un aereo proveniente da Tel Aviv, a Roma il danneggiamento delle pietre d’inciampo. Dimostrazioni evidenti dell’antisemitismo tornato a invadere il continente europeo. Come se le lezioni di storia degli ultimi 80 anni fossero cadute nel nulla. Le Giornate della Memoria dimenticate.

A questo punto diventa essenziale e necessario ripercorrere velocemente l’ultimo ventennio che ha portato all’attacco di Hamas del 7 ottobre, dando per scontato che ogni interlocutore convinto della propria parte conosca la storia precedente che ci ha condotti sin qui.

Nel 2005 Israele si ritira completamente da Gaza, smantellando una dozzina di insediamenti civili e le sue basi militari. Nel 2006 Hamas, classificato come organizzazione terroristica dagli Usa e dalla Ue, finanziato dallIran, dagli Hezbollah libanesi e dal Qatar poi, vince le elezioni legislative palestinesi e prende il potere a Gaza. Da quel momento Hamas non permette più nessuna elezione democratica e i gazawi iniziano a essere vittime del fondamentalismo islamico. Numerosi negli anni seguenti sono i lanci di razzi di Hamas e le rappresaglie aeree o le incursioni israeliane volte a eliminare l’arsenale dell’organizzazione terroristica. Nel frattempo proseguono i tentativi di accordi per creare “due popoli due stati”, sistematicamente rifiutati dai palestinesi. Nel 2020 Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Marocco e Sudan spaventati dalle mire egemoniche dell’Iran, seppur musulmani, si stringono allo stato ebraico firmando i cosiddetti accordi di Abramo con il placet Usa. Accordi ai quali stava per unirsi l’Arabia Saudita con cui Israele già da tempo sta normalizzando i rapporti e intavolando una trattativa per risolvere definitivamente la questione palestinese con l’aiuto dell’Egitto. Le conseguenze storiche, economiche e politiche di tale accordo con i sauditi avrebbero mutato profondamente gli equilibri nella regione, a vantaggio di Israele e dei suoi alleati, indebolendo significativamente l’influenza iraniana sciita e il gruppo terroristico di Hamas a Gaza. A questo punto la Repubblica islamica dell’Iran preoccupata dagli accordi e dalla possibile intesa tra Gerusalemme e Riad benedice, avalla e finanzia l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Migliaia sono le morti dei civili in questi giorni e le risoluzioni alla questione appaiono sempre più lontane. Tuttavia quando Gerusalemme avrà terminato la legittima distruzione dello spazio di Hamas, dovrà cominciare a immaginare il futuro di due popoli e due stati. Enormi e ancora sconosciute saranno le conseguenze di questa nuova guerra sugli scenari e gli equilibri globali. La realtà ci porta a immaginare un conflitto su più larga scala che al termine potrà presentare un ordine mondiale differente dall’attuale che potrà condurre la nostra generazione verso un nuovo paradigma storico. Rimango un fermo sostenitore della libertà, della democrazia e della filosofia della vita contro quella della morte. Oggi Israele è difensore e baluardo di questi valori, dei nostri valori, così come lo furono gli alleati nella seconda guerra mondiale che liberarono noi europei dalla morsa e dal male del nazismo.