Latina capitale della cultura… pontificia/ Caro Pedrizzi facciamo fare al Vescovo

Latina capitale della cultura… pontificia/ Caro Pedrizzi facciamo fare al Vescovo

2 Novembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Ma la capitale? Il senatore emerito Riccardo Pedrizzi dice: rifacciamo il premio tascabile. Perchè no, ogni cosa va bene.

Del resto, per dirla con Papa Francesco, chi sono io per dire no o sì.

Ma poi penso che in vista della finale per l’assegnazione del titolo di capitale italiana della cultura 2026,  prevista in dicembre avremmo dovuto fare lo stravedere. Invece? Il silenzio, nessun segnale. Mi sento come il telescopio puntato verso l’infinito alla caccia di un segnale radio, di una vita nell’universo.

Latina non ha un assessore alla cultura, la scusa era “ma abbiamo Sgarbi”. Si è visto che Vittorio ha ben altro da fare.

Ma per fare uno Sgarbi in potenza abbiamo dovuto far occupare di cultura: un poco l’assessore Annalisa Muzio, per entusiasmo; un poco Gianluca di Cocco per contiguità, ha il turismo e il mare; un poco, ma a titolo gratuito, Nicoletta Zuliani, che qualcosa deve pur fare; per tutti il capo di gabinetto Alessandro Panigutti che ha già illustrato il breve tratto di strada da dedicare ad Antonio Pennacchi (e chi si occupa di chi scrive per osmosi si occupa di cultura). Il tutto con l’attenzione della sindaca, Matilde Celentano che ha la delega. Ed anche, per non restare, scarsi il pool di architetti veronesi, guidati da Daniela Cavallo, che ci culturizza, dalla città di Romeo e Giulietta. Neanche l’esercito israeliano compreso i riservisti ha così tanti cervelli all’opera.

Ora il senatore Pedrizzi con chi parla? E se parla, chi gli risponde? E se gli rispondono dopo quale accordo di Abramo?

In tutta Italia, ma nel mondo, il nodo di chi governa è la cultura, a Latina l’urbanistica. Da noi possono più gli agrimensori che i gesuiti. Poi gli architetti hanno sopra di se solo il loro collega Domine Iddio, ma non era un razionalista, a lui piaceva la retorica gotica (le grandi cattedrali pare lo esaltassero), le cupole rinascimentali (sarà per il richiamo alla madre che lui non ha avuto). Quando ha architettato lui ha fatto fiumi e non canali, anse, scavato a caso e il quadro e squadro di Latina non l’aveva manco considerato.

Pedrizzi dice… premiamo un libro come lo premiavano una volta, ma chi gli deve rispondere? Sarebbe necessario non il canto di Pavarotti, ma il coro dell’Antoniano. Le assemblee studentesche di quando eravamo “indiani metropolitani” al pari delle competenze alla cultura di Latina erano esercitazioni di cadetti dell’accademia di Modena.

Quando tutti fanno tutto, nessuno fa niente.

Suggerisco a Riccardo Pedrizzi, e se vuole lo pure aiuto, di cambiare strategia.

Organizziamo il premio con il Vescovo, negli spazi della Curia, con giuria di preti (almeno è gente che ha letto)

Lui sa quanto ho amato la Repubblica Romana, i giacobini, ma mi arrendo serve il Vescovo a capo, al posto delle guardie comunali la gendarmeria pontificia.

E come effetto collaterale nella corsa a capitale pontificia della cultura 2026 mettiamo fuorigioco Gaeta che sta nel Regno delle Due Sicilie.

PS: e rimediamo alla figuraccia del taglio del nastro di ieri che hanno fatto fuori il Vescovo. Come se in un incontro pubblico il Presidente della Repubblica dicesse al Papa, aspetta qua che ho da fare due minuti.