Il cancro antisemita che non ammettiamo

Il cancro antisemita che non ammettiamo

15 Novembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

La vicenda di Israele è “straordinaria”, pone problemi profondi di coscienza individuale e collettiva. Profondi perché tutti gli attori “recitano” da attori e non vivono da uomini. Noi non siamo la superficie di noi stessi ma come il mare abbiamo il profondo, fino alla fossa delle Marianne. Abbiamo tutti bisogno di certezze e odiamo le incertezze, la fatica di faticare a pensare. Vogliamo tutti essere circondati da eguali e il diverso è rigettato, come fa ogni corpo al corpo estraneo

Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascistaIo ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunistaIo frocio, io perché canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretinoIo solo qui alle quattro del mattino, l’angoscia e un po’ di vino, voglia di bestemmiare

Francesco Guccini, L’avvelenata

Guccini fa elenco di diversità e ci mette l’ebreo che prega sì lo stesso Dio unico degli altri, ma lo fa da prima, lo fa differentemente, lo fa in lingue incomprensibili, lo fa tra noi, lo fa da cacciato, da avvelenato, da chi ha fatto la cosa più grave che si potesse fare “il deicido”, ha ucciso la salvezza.

Il marchese del Grillo, nel film di Mario Monicelli,  dice ad Aronne Piperno l’ebanista: avete ucciso Cristo posso sta ancora un poco incazzato. E tutti in sala ridono, ridono sentendosi il “noi” del marchese e non l'”altro” dell’ebreo. Ridono a crepapelle ogni volta che rivedono la scena. Ciascuno di loro non si sente antisemita, ma nessuno sta con Piperno che deve essere pagato perché ha lavorato, perché è umano, ma l’ebreo lo è di meno.

Ogni volta, ogni ragione dell’ebreo ha per aggiunta un “però anche loro…”. Eppure gli ebrei litigano tra di loro più che con gli altri e non fanno proseliti.

Eppure per secoli hanno subito senza la rivolta: i ghetti, i pogrom, le accuse di tradimento, i tentativi di coatta conversione, i campi di sterminio.

Hanno accettato per secoli ogni angheria, ogni furto. Anche i nazisti a Roma chiesero oro in cambio di vita, prendendo l’oro e anche la vita. Ma il diritto di difesa diventa per loro abuso, impossibilità. Mica volevate che si ribellassero alle deportazioni facendo guerra da vivi era meglio per loro la pace per diventare morti.

L’ebreo dietro il filo spinato fa pietà, l’ebreo armato a sua difesa è considerato solo criminale contro l’umanità.

Ai pacifisti ricordo che gli ebrei non hanno reagito ai nazisti, i nazisti non si sono fermati per questo e sono arrivati a farne fuori sei milioni. Ora davanti a bambini sgozzati, donne stuprate avete il coraggio di dire “fate pace”, “non difendetevi”.

“Il non reagire” i figli di Davide lo hanno fatto per 2000 anni e noi non gli abbiamo dato pace.

L’antisemitismo cova, è cancro subdolo quasi mai diagnosticato, ma che uccide quando te ne accorgi ci sono già le metastasi.

Gli ebrei sì, ma Israele no… come dire i cattolici vanno bene, ma i papisti no.

Poi perché rivogliono Gerusalemme che lo sanno tutti che è nostra come ricordiamo nelle nostre messe con la sola aggiunta di vederla “celeste”. Noi ci possiamo “aspirare” loro no.

Dentro è il cancro che ancora non ci fa dire con schifo di chi ha proposto le leggi razziali, chi si è fatto complice dell’orrore, ma ci fa continuare a dire, ma ha fatto anche cose buone, togliere l’acqua nelle paludi pontine, fare arrivare i treni in orario…

In Comune a Latina vogliono intitolare una strada ad uno che sosteneva che il meglio del ‘900 era il fascismo e il comunismo, senza sentire qualche evidente problema con la libertà e con 6 milioni di morti, ma erano ebrei e valevano meno di un orario ferroviario.

Ma se chiedi… io antisemita? Ma se mangio sempre i carciofi alla giudia e amo i pompelmi Jaffa.

Gli italiani sono sempre brava gente, la sinistra è sempre giusta, ma questi ebrei poi che vogliono? Questi liberi cosa vogliono? Hamas? Sono cattivi ma pure gli ebrei se la sono cercata.

Ecco questo mi fa orrore. Dio ama diversità meravigliose e non ci ha fatto servi in questa terra ma liberi nell’universo senza eccezione alcuna.

Non è ancora persa la nostra speranza,

la speranza due volte millenaria,

di essere un popolo libero nella nostra terra,

la terra di Sion e Gerusalemme.

di essere un popolo libero nella nostra terra,

la terra di Sion e Gerusalemme.

HaTikvah (La speranza), Inno di Israele

 

Nella foto: illustrazione dell’affare Dreyfus nella cattolica Francia