Israele ha vinto perché ha trattato ed ha liberato questo bimbo: la forza contro la rabbia

Israele ha vinto perché ha trattato ed ha liberato questo bimbo: la forza contro la rabbia

26 Novembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Da ragazzo, giovane militante socialista, mi interrogai sul rigore nella lotta contro il terrorismo intorno al caso Moro. L’Italia, tutta, decise di non trattare per liberare il leader democristiano in nome della “forza dello stato” che non tratta con il male.

Non nascondo che trovai questa scelta all’inizio comprensibile, come fai a trattare con chi “ha già ucciso”?

Poi un socialista, Bettino Craxi, e un Papa, Palo VI, cominciarono a parlare di “umano”, non entravano nel male, ma pensavano contribuire a farne il meno possibile. Capii che sono i forti a trattare, perché non temono di essere visti deboli non essendolo.

Noi, noi occidentali, pensiamo che la vita abbia al centro l’uomo, ma non come categoria, ma come Lidano, Francesco, Luisa, Sara, Martina, Andrea. Ciascuno è miracolo del creato, o di Dio se credete, e ogni salvezza è salvezza di lui, ma con lui tutti noi.

Immagino cosa hanno dovuto patire i decisori israeliani a trattare con Hamas (per me il male assoluto), con cui aveva le mani sporche di sangue, chi aveva ucciso a sangue freddo, stuprato, ammazzato bambini senza pietà.

Sento opinionisti senza opinione dire… “gli israeliani hanno perso trattando”.

Vedo in un video un bimbo, avrà nove anni, ha le ciabatte ed un pigiama. Lo accompagna una soldatessa israeliana che gli regge una busta di plastica. Stanno in un ospedale, tutto è bianco intorno, il bambino vede da lontano il padre, corre, corre, il padre va verso di lui. Si stringono, come volessero cancellare il resto del mondo. Un bambino che sta per diventare ragazzo, salvato, vivo, che vivrà

Questa scena ripetuta 13 volte con persone diverse è la forza di Israele: vale ogni singolo uomo, più di ogni altra cosa.

Una prigioniera palestinese liberata oggi, coperta da indumenti che ne nascondo l’umanità perché è donna, parla invece di odio ed esalta il 7 ottobre, esalta la morte e i suoi occhi d’odio o di amore non si possono vedere.

La differenza per me è evidente, i forti sanno gestire la forza, i deboli non riescono con la loro impotente rabbia.

LA NOTIZIA

Otto bambini e cinque donne, tra cui quattro mamme, sono gli ostaggi israeliani che sono stati rilasciati nelle scorse ore da Hamas e che erano stati rapiti nel kibbutz Be’eri. Tra loro anche Emily Hand, la bambina di nove anni israelo-irlandese la cui storia aveva tenuto con il fiato sospeso. Inizialmente le autorità israeliane avevano comunicato al padre, Thomas Hannd, che la bambina era stata uccisa lo stesso 7 ottobre durante dall’assalto di Hamas al kibbutz. Successivamente l’intelligence di Israele aveva avuto prove dalla Striscia di Gaza che la bambina era ancora viva. 

Le autorità israeliane hanno fornito i nomi degli ostaggi rilasciati nelle scorse ore, dopo un rinvio deciso da Hamas accusando Israele di aver violato l’accordo della tregua. Si tratta di Shoshan Haran, 67 anni, sua figlia Adi Shoham, 38 anni, e suoi nipoti, Naveh e Yahel, rispettivamente di otto e tre anni. Sono state liberate anche Shiri Weiss, 53 anni, e sua figlia Noga, 18 anni, Sharon Avigdori, 52 anni, e suo figlio Noam, 12 anni, e i fratelli Noam e Alma Or, rispettivamente di 17 e 13 anni. Sono state rilasciate anche Maya Regev, 21 anni e Hila Rotem, 12, oltre a Emily Hand, nove anni.