Premio Camilla, la cerimonia: il mio viaggio nella bellezza, libera. Nella libertà della bellezza

Premio Camilla, la cerimonia: il mio viaggio nella bellezza, libera. Nella libertà della bellezza

3 Dicembre 2023 0 Di Lidano Grassucci
ARRIVO
Arrivo sul far della sera, direbbero quel del gran tour.
Il sole cala, l’ abbazia di Fossanova sembra divertirsi a farsi bella con questa luce che degrada verso mille toni di rosa. L’appuntamento è nella infermeria alle 17, Premio Camilla, quarta edizione. Si premiano le donne che si sono distinte “tra la gente”, che non vivono in maniera differente ma fanno cose eccezionali. Entro e mi accoglie una Camilla.
Ahhh, non sapete chi era Camilla?
CAMILLA
Era una guerriera, una regina dei Volsci. Quella che ha dato il carattere a questa gente, la mia gente, orgogliosa e generosa, mai doma che “pe lo giusto se fa accide”.
La Camilla che mi riceve e’ il sindaco di Priverno Anna Maria Bilancia. Determinata, pratica, un sindaco a forma di sindaco che “risolve”, qui ogni cosa ha lei dentro. Fa sedere le persone, le mette a proprio agio. Quando il “non sa chi sono io” di turno pone problemi, lei sorridendo tira fuori le soluzioni, con cortesia incredibile. Pacata, padrona del suo.
Il premio è intitolato alla Regina Camilla, siamo alla IV edizione. Si dice che un premio diventi importante se supera la prima edizione, qui siamo alla quarta con in mezzo il Covid.
Camilla è… una donna di questo tempo dove le donne vengono negate anche nel vivere, lei combatteva per la libertà.
Libertà e bellezza ci accompagneranno nel nostro viaggio. Perché è un viaggio.
LA VOCE NARRANTE
Qui sono tutte elegantissime, mai fuori misura. Ma chi da la voce a Camilla? Dalla prima edizione è Elide dell’Unto, di edizione in edizione sempre più padrona della scena. Gioca tra timidezza e padronanza, ma non sbaglia un giro anche quando si riprende al volo tra un urbe terracqueo e un complesso mondo e incassa un applauso di bravura
Non sembra ma la sala dell’infermeria è grandissima e di gente piena, toglie il fiato. Deve rompere il ghiaccio e riesce a fare del vocio di tanta gente l’attenzione di un pubblico. Presenta il sindaco che…
LE CAMILLE 
Sul palco salgono le amministratrici di Priverno, un colpo d’occhio che spiega come si possa vivere una città non prendendola per la sua fatica, ma faticare di meno nella sua bellezza. Sonia Quattrociocche, Luigina Vellucci, Enrica Onorati, Loretta Cardarelli. Sono nella luce, luce di un lavoro di un viaggio di riscatto della città. Penso ad altri mondi, a amministratori che inciampano con le parole, che si sentono urbani quando sono di anonime periferie destinate a non farsi mai città. Ora, si passa alla Giuria e io sono il presidente, ora l’imbarazzo è mio
LA GIURIA
Salgo sul palco, dinoccolato, davanti tante teste che lo sguardo va lungo ed ancora c’è gente. Non vedo i volti, le espressione sono tanti. Debbo ricordare che la mia giuria non è da meno nell’eccezione dell’eccezionale premio:
Margherita Cancellieri, Claudia Colandrea, Julia Borreti, Assunta Cipriani. Quest’anno Margherita mi ha anche riconosciuto una “maturità democratica” sconosciuta nelle precedenti edizioni e questa sua garbata e intelligente considerazione è un poco il mio premio, e non nascondo che quando l’ha detto mi sono fatto rosso.
Poi debbo ringraziare Corallina Rossa Trani e Giovanna Campoli che mi hanno supportato con pazienza in questa esperienza ormai da 5 anni.
IO E IL SINDACO
Beh, ringrazio il sindaco per avermi scelto, e riscelto, con coraggio come presidente di giuria. Lei rilancia “Ma spiega perché dici che sono stata coraggiosa a scegliere te?”. Ormai è un gioco che facciamo sulla rivalità tra Sezze (il mio paese) e Priverno, sul mio nome Lidano (Patrono di Sezze), e anche il cognome Grassucci non è da meno. Ma questa volta lo spieghiamo ricordando che l’amore di Ufente (setino), per Camilla (regina di Priverno) era una legittimo ma come il diritto a dire no di lei. Lui ci ha pianto, ha sofferto, e piange ancora alimentando il fiume Ufente e non esonda, non invade. L’amore amato dovrebbe essere rispetto sempre.
BOCCADAMO
Non lo conoscevo, conoscevo i suoi lavori, ma lui no. Sale sul palco, Tonino Boccadamo. Fa gioielli bellissimi per tutti. Ha inventato un gioiello che potesse essere per tutti, lavorando l’argento. Ma questa è la sua professione, è la sua umanità che mi colpisce. Si vede su di lui lo strascico della polio, che ricorda, che dice che gli ha dato forza. La vita segnata da un banale ritardo nel vaccinarsi (Dio benedica Sabin e i vaccini e Giacomo Mancini), ma lui lo descrive come forza, forza di fare, di vincere ed ha vinto. Poi  ricordera’ la compagna di una vita , Guendalina, da poco scomparsa con una tenerezza incredibile e una commozione che si sente il nodo alla gola di tutti i presenti e sono tanti. Come se Guendalina fosse qui. Lui, Boccadamo, ha disegnato il premio Camilla che verrà consegnato alle vincitrici. Ha scelto una donna combattente, con arco e freccia, non vittima di Cupido ma guerriera che sceglie libera.
DICE CHE SONO ARRIVATE SIRENE E STELLE 
Si attenuano le luci, si sente una musica che non deve invadere ma accompagnare. Sfilano gli abiti di Mario Dice. Le modelle scendono una scala, gli abiti sono disegnati, fatti, amati intorno alla donna. E’ sirene, è esploratrice, è zingara, è donna uscita da una astronave che torna da Marte dove è arrivata per prima. Sono figlio di sarta e vedo la mano, la cura, mille strass su un miniabito che nel gioco delle luci pareva essere luce intorno alla modella. Un equilibrio non facile tra rigore e sottolineatura del corpo, una donna al femminile direi. Perchè? La donna non deve mai rinunciare alla bellezza ma per se stessa e qui Dice racconta questa nuova dimensione.
Ma Mario Dice come è arrivato a Priverno? Per via di un viaggio in treno in cui ha incontrato Michela Amoroso (che presenterà di li a poco la cerimonia della consegna dei premi) che era così entusiasta nel raccontare del premio Camilla che lo ha conquistato e lui è qui… in viaggio
LA PREMIAZIONE
Ora è tempo dei premi, presentano Corallina Rossa Trani e Michela Amoroso. Tempo che sarà vetrina per uno spaccato di vita, vario, differente ma con il filo della bellezza e della libertà.
Politica e istituzioni, il premio va a Livia Turco, la presenta Luisella Fanelli e consegna il premio il sindaco Anna Maria Bilancia. Un percorso nella politica, in quella che una volta si chiamava “politica per gli ultimi”, di una sinistra che, come ricorda lei, andava nelle periferie, le leggeva, e poi faceva una legge come la 285 per affrontare il disagio giovanile. La periferia in cui è nata questa legge è Bagheria a Palermo. Oggi la politica va in periferia per il consenso, ieri per cambiare la vita della gente. Una politica a forma di politica.
Istruzione e formazione, il premio va a Rossella Tacconi legge le motivazioni Maria Piera De Angelis, consegna il premio Sonia Quattrociocche. Che dire finisce con i bambini che la premiano oltre il premio, con il più piccolo di tutti che si infila tra piccoli giganti e la loro presenza spiega perché lei ha vinto il premio. In Giappone l’imperatore non si inchina davanti a nessuno, con la sola eccezione della maestra perché è lei che gli ha insegnato la vita.
Associazione e volontariato, il premio va a Nicoletta D’Erme, legge le motivazioni Maria Giuseppina Cellini, consegna il premio Enrica Onorati. Premiata per la sua vicinanza a chi sta male, è presidente della sezione di Latina della Lilt, e ricorda quelle donne che con diagnosi dure non si arrendono mai, anche la malattia è un invasore contro cui bisogna battersi, da regine, da Camille.
Arte e cultura, vince il premio Melania Maccaferri, legge le motivazioni Tommaso Agnoni, consegna il premio Antonio Ines. Una attrice e si vede a prende l’appaluso invitando tutti alla battaglia contro la violenza ma lei chiede un applauso per gli uomini, per i maschi “insieme vinceremo la violenza”
Comunicazione e giornalismo, vince il premio Silvia Vecchi. Legge le motivazioni Sandro Paglia. Consegna il premio Loretta Cardarelli. Un volto della Tv che si esprime con raro garbo e lo fa anche qui ricordando la necessità di un patto contro l’orrore, un patto come lo avrebbe pensato Camilla pieno di orgoglio.
Impresa e professioni, vince Emanuela Coccia. Premia Elvira Pagliaroli. Consegna il premio Luigina Vellucci. Lei fa una dedica: lo dedico a chi si ostina, a chi vuole vincere, a chi ci riesce. E ci si riesce sempre con gli altri.
EPILOGO
Bisogna saper vincere, Anna Maria Bilancia e il suo gruppo ha dimostrato che bisogna saper essere del mondo e il mondo ti viene a trovare, bisogna essere del mondo ma radicati nel proprio mondo che è l’unico modo per essere parte dell’umanità e non periferia della vita.
Qui San Tommaso pensava la grandezza di Dio, ma non per me, per te, ma per tutti gli uomini e questo ci fa parte attiva di un mondo fatto per vivere.
Grazie a tutte voi, mi avete fatto vivere due ore di intelligente bellezza, di garbo e avere in dono il piacere del tempo è il più bel dono possibile.
Le bellissime foto sono di Angela Pacchiarotti, fatte con professionalità e passione. Grazie