Intorno agli sguardi, il mondo di Ersilia

Mi sono sempre chiesto dove finiscono gli sguardi quando sono finiti.

Ci sara’ da qualche parte una banca degli sguardi, una memoria di dove gli sguardi sono andati a riposare.

Sono stato allevato da una gatta, per via che avevano, tutti, altro da fare ed io non disturbavo.

Naturalmente la felina non poteva dirmi, ma guardarmi sì. Quindi fui costretto a leggere gli occhi senza sceglierlo.

Gli occhi e la fronte, il resto era felino. Sarà per questo che mi commuovo o mi arrabbio, o mi placo con gli occhi.

Poi fu il verbo, ma prima fu lo sguardo.

Un quadro di santa Cecilia con gli occhi sul vassoio stava nella camera da letto di nonna dove mi facevano dormire.

Condannato agli occhi. Ora trovo un lavoro di Ersilia Serecchia sugli occhi, certo lei li fa divini e belli in sguardi sempre intensi, io li prendo come posso.

Ma ammetto vederli dipinti e fissi mi fa cattivo o bene, ma sempre umano.

Chissà come il Nazareno guardava il mondo, come la bimba nei campi di sterminio, o la madre impaurita in una barca, o la borghese in via Monte Napoleone.

Io lo vedo nel vedere di una donna che dipinge il guardare di donne….

FOTO/ Ersilia Serecchia, Sguardi e farfalle