La città che si fece capitale e io che non ci credevo

La città che si fece capitale e io che non ci credevo

14 Dicembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Quando punti tutto sul nero e vinci, hai vinto. Gli invidiosi possono dire “solo culo”, i saggi prendono atto, i tifosi esultano ma hanno ragione tutti nessuno escluso. Latina è in corsa per essere capitale italiana della cultura, chi ci ha creduto ha ottenuto un risultato, chi ha criticato (come me) ha avuto torto (ma non è una novità). Latina ha fatto una degna figura e per un poco non si parlerà di noi in negativo, anzi… Questo è il vero.

Poi c’è il verosimile: ma cosa ci cambia?

La giunta Celentano segna un gol non in contropiede, gioca una partita manco di rimessa ha perfino impostato il gioco. Ma che gioco? Sarebbe bello conoscere il progetto, così bello da stare in finale. Sapere cosa dice di noi, come lo dice, come ha convinto il ministero a preferirci a città come Lucca.

Sarebbe bello analizzare quell’impasto fino ad ora sconosciuto che su 10 città scelte due stanno da noi (sarà genetico? figlio di educazione? sarà di massa o figlio di intellettuali conoscitori della Storia?).

Mi sento figo pure io, ora che vado a Roma posso dire agli indigeni: Roma, Roma, Roma, ma dove si presenta voi mette st’aria bona tra Fogliano e la montagna spaccata?

Direte, ma insisti col torto. Mi spiace, ma rosico di una ragione che mi pare irragionevole nel palese torto.

Latina è capitale della cultura ed io ho detto che non era capitale manco di Borgo Faiti.

Io, Filemazio, protomedico, matematico, astronomoForse saggioRidotto come un cieco a brancicare attornoNon ho la conoscenza od il coraggioPer fare questo oroscopo, per divinar responso
E resto qui a aspettare che ritorni giornoE devo dire, devo direChe sono forse troppo vecchio per capireChe ho perso la mia mente in chissà quale abuso od ozioO stan mutando gli astri nelle notti d’equinozio
O forse io, forse ioHo sottovalutato questo nuovo dioLo leggo in me e nei segni che qualcosa sta cambiandoMa è un debole presagio che non dice come e quando
Francesco Guccini, Bisanzio
Non ho capito, ma in me mi rovina il dubbio: latini e greci dove siete andati, sento parlare in alamanno e goto.
Ecco, è un altro tempo. Vado a borgo Faiti c’è il monumento ai caduti con il nome di mio nonno, Graziano Bergamin, scritto sopra, poi il canale, l’Appia e la mia Sezze immobile. Non ho strumenti per capire e giro con le parole. Capitale, sarà ma a me non pare, ma potrebbe essere con tanto di timbro del ministro.