Si può stare dentro un’artista.
24 Dicembre 2023Per non dimenticare Veronica Venturi
Spesso ci si chiede quanto sia difficile ascoltare un autore o un’autrice, quanto sia importante capirne il linguaggio, quel codice fatto di segni, colore, emozione ed esperienza… entrare in contatto con lei – Veronica – è stato immediato, non mi occupavo d’arte quando l’ho conosciuta anzi me ne occupavo ma senza consapevolezza. Il Teatro è stato motore di tanto, forse di tutto nelle nostre vite impegnate ed impegnative. L’avevo incontrata quando facevo il liceo, lei il geometra… ma quelle giornate intense di preparazione teatrale, la prosa, lo yoga, la dizione, il mimo, l’improvvisazione ci avevano catapultati tutti nei meandri del Teatro D’Annunzio a Latina, duemilaquattrocento ore insieme, eravamo una ventina di ragazzi, tutti i giorni… e poi tutto continuava nel tempo libero nelle case dell’uno o dell’altra aspirante attore o attrice… anni bellissimi tra formazione ed espressione. Un gruppo affiatatissimo avrebbe animato dagli anni 90 ad oggi le scene culturali della nostra città e non solo. Poi il lavoro, la vita ogni tanto ci allontanava ma trovavamo sempre un modo speciale per stare insieme perché era l’arte, la musica, la Cultura tutta a farci ritrovare e incontrare. Anche professionalmente abbiamo collaborato ma poi la pittura, l’arte contemporanea ha fatto il resto. Massimo Palumbo ci aveva sempre un po’ ispirati e coinvolti nella sua esperienza con il contemporaneo e ci aveva quindi guidati in questa forma espressiva… a proposito di espressività la performance per Veronica era il linguaggio più avvincente, ma poi segno, progetto, documento, fotografia, supporti l’hanno conquistata totalmente. Parallelamente la sua ricerca estetica era in viaggio verso una dimensione spirituale, verso la natura, i misteri del cosmo, le scienze olistiche, la meditazione. Un viaggio sinestetico profondo, una ragione di vita al centro della sua ricerca artistica e sociale. Peppe Fucsia ha poi stimolato in lei un approccio espositivo in questi ultimi anni. Finalmente si era decisa a mostrare, “tirar fuori tutto” diceva lei! Così le partecipazioni alle collettive di Mad Donna e le nuove performance dedicate da una parte alla comunicazione e al dialogo tra individui (Magritte) e l’ultimo gioiello – anche testamento – “Amors” con una sofferta presenza scenica e una simbolica crocifissione per la quale la regista Annalisa Gonnella in presa diretta, ha raccolto la sua confessione artistica dall’Hospice e nella sua dolce voce gli ultimi strali della sua vita terrena.
Veronica Venturi (Alba Azzurra) non ci ha lasciati, ci HA LASCIATO il suo amore per l’arte e la natura, la cultura, il teatro, la poesia, la meditazione, il suo movimento interno ed esterno è ora ancora dentro di me e dentro tutti quelli che l’hanno conosciuta, voluta nella loro vita.
(Fabio D’Achille)