La galassia Celentano e la crisi della logistica

La galassia Celentano e la crisi della logistica

28 Dicembre 2023 0 Di Lidano Grassucci

Nella vita politica l’attività fantastica deve essere illuminata da una forza morale: la simpatia umana ed è aduggiata dal dilettantismo

Antonio Gramsci, Odio gli indifferenti

 

Fare Latina, Decisamente Latina, Latina nel cuore sono i movimenti che stanno nella galassia di Matilde Celentano, dentro ed oltre i partiti. A questi si somma la lista Celentano stessa che fa della maggioranza in consiglio comunale a Latina, dal punto di vista politico un meccanismo complesso con “derive” personalistiche

Fare Latina è Annalisa Muzio, Decisamente Latina è di Enzo De Amicis, Latina nel cuore è l’anima di Vincenzo Zaccheo. Poi dentro Fratelli d’Italia ci sono i molazzisti (la corrente vicina alla famiglia Tiero), quello di area vasta eredi di An e del Movimento sociale, i puri del parlamentare europeo Nicola Procaccini, la guardia repubblicana di Nicola Calandrini.

Nella maggioranza ci sono anche gli ex lega di Angelo Tripodi distinti dai Lega restanti con il sottosegretario Claudio Durigon.

A tutti vanno sommati quelli di Forza Italia e dell’Udc… insomma la polverizzazione della politica qui trova una espressione eccellente.

Naturalmente tutto questo dipende dal nodo di questo tempo: grande consenso ma manca il leader forte, il leader riconosciuto.

Nave senza nocchiero in gran tempesta, per dirla con Dante. La politica senza la mediazione dei partiti si fa ambizione personale e questo, direbbe Titta Giorgi “non è beno”. Esiste l’impossibilità della sintesi e la fuga in avanti delle iniziative dei singoli, non siamo alle parti ma alla partita in cui la squadra del calcio, diventa l’individualità del tennis.

Il percorso aggregativo con il passar del tempo si è fatto ancor più esplosivo. Naturalmente questo sarebbe un vantaggio per le opposizioni che invece da questo male non sono certo esentate e anche qui siamo non ad una parte ma a 9 parti (tanti quanti sono i consiglieri).

Il fatto politico (della città) diventa fatto personale.

32 sindaci, una miriade di movimenti e correnti interne, una decina di giocatori solisti, prospettive affardellate. La crisi non è nella Celentano, ma in un “sistema città” che si è incartato, incantato.

Il tutto con una filiera decisionale che è più complicata di quella dell’esercito russo. Esiste un nodo logistico nella catena di comando del comune: Giacomo Mignano deve avere l’ok del senatore Calandrini, lo deve trasferire a Alessandro Panigutti, previo rendere edotto del tutto Agostino Marcheselli che deve rapportarsi alle “autonomie” presenti in Consiglio e in giunta, poi il filtro della segreteria del sindaco con Stefano Gori e il gioco libero del presidente del consiglio Raimondo Tiero forte del consenso negli elettori e nel suo partito Fratelli d’Italia.

Quando il generale prussiano Von Moltke riuscì a vincere contro i francesi nel 1870, grazie anche alla più efficace e ramificata rete ferroviaria con cui erano trasportati i soldati prussiani, disse: «Non costruiamo più fortezze, costruiamo ferrovie. 

A Latina siamo a costruire la linea Maginot, fortuna che l’opposizione attuale sta ancora con le fanterie, ma, prima o poi arriveranno i carri armati. In politica i vuoti non esistono.