Latina e le feste comunali a chilometro zero: vince il made in città

Latina e le feste comunali a chilometro zero: vince il made in città

1 Gennaio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Rimasi sconvolto tanti anni fa quando ascoltai per la prima volta Napoli Centrale. Uno dei più grandi gruppi italiani della seconda metà del secolo scorso, li ascoltai da casa: fecero un concerto bellissimo proprio sotto casa mia a Sezze.

Chiove o esce ‘o sole
Chi è bracciante a San Nicola
C’a butteglia china ‘e vino
Tutte ‘e juorne va a zappà
Campagna, campagna
Napoli Centrale, Campagna
Mi ha segnato la vita, musicale, e poi sono venuti Lucio Dalla, Gino Paolo, Francesco De Gregori… Insomma senza spostarmi il mondo ti veniva a coinvolgere comunque, un mondo nuovo.
Ora le feste sono passate e pensa a quanto è diverso ora. A Latina i concerti, tutti, sono stati fatti invece a chilometri zero. Marco Picca per il compleanno della città, i Big Soul Mama a Natale, e Zazzarini a capodanno.
Una linea culturale precisa, autarchica, ma precisa. Non c’è da criticare certo, chi vince distribuisce le carte e sceglie pure se quelle francesi o le piacentine.
Ma mi piace pensare che da quella stagione del mio paese è venuto fuori qualcosa come Graziella Di Prospero, e mi gonfio di orgoglio quando vedo in tv Luca Velletri e dico a tutti “o quello è amico mio”. Ma mischiando loro nel mondo il mondo da noi. La scelta di aprirci al mondo ha prodotto Tiziano Ferro, Calcutta. L’autarchia? Vedremo
Comunque questa, l’autarchia, è almeno una linea culturale precisa nella indecisione su tutto il resto. Il messaggio è “dove andiamo a cercare di meglio?”. Cominciamo con riallocare all’interno la musica con i sonatori nostri.
Speriamo che a questa linea “nostrana” si affianchi qualche critica globalista, chissà se riusciamo a discutere di qualcosa.
Poi è vero che i suonatori erano “i nostri”, ma gli spettatori erano indiani, dell’est Europa, del mondo e anche italiani.
SANT’AGOSTINO E IL BIMBO 
Un giorno, sant’Agostino in riva al mare meditava sul mistero della Trinità, volendolo comprendere con la forza della ragione. S’avvide allora di un bambino che con una conchiglia versava l’acqua del mare in una buca. Incuriosito dall’operazione ripetuta più e più volte, Agostino interrogò il bambino chiedendogli: «Che fai?» La risposta del fanciullo lo sorprese: «Voglio travasare il mare in questa mia buca». Sorridendo Sant’Agostino spiegò pazientemente l’impossibilità dell’intento ma, il bambino fattosi serio, replicò: «Anche a te è impossibile scandagliare con la piccolezza della tua mente l’immensità del Mistero trinitario».
da Avvenire