Le lettere anonime ai preti e la calunnia

Le lettere anonime ai preti e la calunnia

7 Gennaio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Con dispiacere e amarezza abbiamo appreso della diffusione, in questi giorni, presso buona parte del clero di una lettera, con annesse alcune foto, attribuita falsamente a un prete della diocesi, il quale si accuserebbe di gravi comportamenti contrari alla morale e allo stile di vita proprio di un ministro ordinato. Respingiamo con fermezza l’uso di lettere anonime che non hanno altro scopo che diffamare una persona e creare scalpore e scandalo tra i fedeli, lanciando accuse generiche e non portando nessuna prova. Poiché la circolazione della lettera rischia di creare confusione e di portare discredito nei confronti di un prete e della comunità ecclesiale, il vescovo Mariano Crociata ha
disposto l’avvio di un’indagine previa in ambito canonico, a tutela dello stesso presbitero citato nella lettera, della serenità e del cammino di fede della comunità ecclesiale e, non ultimo, della verità».
Un fraterno saluto

Il Portavoce del Vescovo,  Remigio Russo

Il venticello della calunnia…

La calunnia è un venticello, un’auretta assai gentile, che insensibile, sottile, leggermente, dolcemente, incomincia a sussurrar. Piano piano, terra terra, sottovoce sibilando, va scorrendo, va ronzando; nelle orecchie della gente s’introduce destramente, e le teste ed i cervelli fa stordire e fa gonfiar.

Giacchino Rossini, Il barbiere di Siviglia

é vento vile vento brutto, vento che di bocca in bocca si fa sospetto, intrigo e pensare malamente. Menti malate si celano dietro l’anonimato per far del male vero. Personalmente non mi interessa come amano le persone, prescindendo da ruoli e luoghi sono sempre casi loro, basta che non fanno male. A me spiace il dolore del peccato non ho senso nella consapevolezza che bene e male vanno spesso a braccetto.

I preti sanno come difendersi, hanno il verbo dalla loro e stanno tra noi da oltre 2000 anni che queste cose sono niente. Per quanto mi riguarda negli aspetti che stanno nell’umano e la carne dico che non si entra mai nei modi di amare degli altri, non li si giudica mai, non serve. Poi cosa mai si potrà fare che non è già fatto, Cesare era marito di tutte le mogli e moglie di tutti i mariti. Niente di nuovo sotto il sole dell’ipocrisia.