Farfalla

Farfalla

9 Gennaio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Non sono un narratore, non sono che uno che prova, sperimenta, le parole. Le metto in fila partendo da non so dove per arrivare dove si va a parare. Tutti cercano il senso delle cose, la verità, io cerco con serissima superficialità di leggere le cose che sono accanto.

In una abbazia cercavo il segno della saggezza. Mi si avvicinò una farfalla che aveva colori tenui sulla terra di Siena e pare chiedermi del mio pensiero vago. Dalle vetrate passa luce, le storie dei santi si fanno belle.

Non ci faccio caso e la farfalla indugia, poi vola via. Allora mi domando dove va, dove è andata.  La cerco, la cerco, avevo capito che distratto avevo saltato il senso dell’ascolto per cercarlo. Un paradosso, un senso grosso delle cose. Quella farfalla era come una cartolina di cui avevo visto la foto e non il senso dentro, era come una pergamena nel suo rotolo.

Nella abbazia c’è odore di tempo, c’è senso della ricerca del bene, del male, del santo e dell’orco, del filosofo e del contadino. Della pera nel frutteto e ciliegia poco lontano.

Male e bene, bene o male. Ma perché lo separiamo? Come separare la visciola dalla frolla nella pastarella.

Invece la farfalla era venuta nella bellezza delle sue ali, nella idea di cambiare del bruco, nella ricerca di farsi della crisalide.

Così va la corsa del pensare tra pietre secolari e voli di farfalle.

Il senso? Parole infila, immagini rapite e chi ha sempre ragione non vede, chi ha anche torto lo vive.

Un gatto fa un salto in alto per prendere la farfalla, quella vola e il gatto atterra.