Antonio Abate, il porcellino e non essere soli. La benedizione di Don Luigi
12 Gennaio 2024Anche a Terracina viene rispettata la tradizione della benedizione degli animali nel giorno della Festa di Sant’Antonio Abate. Mercoledì 17 gennaio, infatti, alle 17, la Parrocchia del SS. Salvatore ha organizzato la benedizione degli animali in piazza
Garibaldi. Anche l’Amministrazione Comunale di Terracina parteciperà alla manifestazione, e lo farà insieme ad alcuni cani del Canile Comunale di Terracina che arriveranno in piazza per ricevere la benedizione in rappresentanza dei tanti altri ospiti della struttura di via delle Industrie. E soprattutto sarà un’occasione per loro per farsi conoscere e per trovare magari la famiglia che stanno aspettando da tempo. È il secondo anno consecutivo che don Luigi Venditti organizza la benedizione degli animali.
Questo il comunicato del Comune di Terracina, arrivano, in redazione decine di comunicati, i più disparati, ma questo si ferma tra le mie dita. Parla delle celebrazioni per Sant’Antonio, ma non quello di Padova (N’toniuccio dalle mie parti) ma l’abate. Quello che vedete negli angoli remoti delle chiese, o nei dipinti in navate di lato, sempre discreto ma sempre rappresentato con un maialino sotto.
Sì un maialino che, certo, poco ha a che fare con la santità, con la testimonianza, con l’elevazione a Dio onnipotente. Un porcellino nella casa dell’onnipotente. Eppure sta lì, sotto il santo a testomoniare di un amore che il detto popolare traduce “Puro sant’Antogno se innamorave degli porco” (trad: anche sant’Antonio si innamorò di un maiale). Il messaggio è certo l’amore per gli animali, è l’idea che sono anche loro creature di Dio e come tali hanno diritto alla benedizione per stare nella grazia del signore, ma anche che nessuno è escluso dalla bellezza, dalla serenità, dalla protezione, dal vivere con gli altri.
Questo, il 17 gennaio, era un giorno in cui l’amore per gli animali si spingeva fino a portarli sul sagrato della chiesa e il sacerdote con gratitudine riconosceva il mutuo stare a questo mondo.
Forse non è un caso che questa “sensibilità” si di don Luigi che viene da mondi in cui la vita non è divisa tra umano e animale ma è sempre egualmente “spartita” per stare meglio qui, le nostre colline che ci sono rimaste appiccicate nonostante siamo altrove.
Una volta vidi mio nonno litigare con il suo mulo, non ho mai capito da allora chi era l’umano e chi il bestiale, ma di certo li ho visti partire la mattina insieme e la sera tornare, in mezzo avevano diviso quel che c’era in due. Per questo mi sta simpatico il porcellino e rispetto il contadino.