Il regalo della prima carezza e la voce

Il regalo della prima carezza e la voce

14 Gennaio 2024 0 Di Lidano Grassucci

La voce… la voce. Non le parole, la voce. Parlava lui come parla il marinaio alla tempesta e la tempesta trova l’onda e non esonda. L’onda che non esonda ma avvolge lei tutta intera ma non stringe, ma non offende. La voce, sente il canto ma non sta cantando é nella pelle, nella fantasia di un tempo non preventivato.

Lui parla non fitto, parla e guarda, guarda parlando. Lei non ascolta sente in pancia le frequenze, sente in testa la differenza del tono, sente frequenze come la prima carezza che non gli fu mai data perchè con cortesia quel primo amore disse “faccio la seconda direttamente, la prima la potrai scegliere solo tu”.

Lei si tenne di riserva quella amabile possibilità, ogni carezza si aggiungeva ma non spostava la numerazione dal due. Quell’uomo, quello della prima carezza, le aveva fatto un dono di libertà, altro dopo avevano fatto di conto senza tenere conto che la poesia non ha contabilità. Una storia lunga una vita, la sua, una vita lunga la storia di lei con salite e discese, fatta a perdere fiato, a respiro affannato per tornare a cercare.

Aveva una prima carezza ancora da avere, da sentire, da gustare, da farsi per farsi la donna che era ma con il senso di essere unica per se. Lui parlava, ma non è esatto, lui faceva come i giochi che fanno i mici tra loro per imparare la caccia, ecco cercava di imparare l’assoluto di venerare la libertà che hanno le falchette quando sono in volo e vanno su, su, su, oltre dove nessun osa, nessuno ha bisogno, solo loro vogliono vedere da un mare all’altro, da una terra alla prossima e ogni possibilità da lì a giù e da li, in fondo, giù è solo un salto.

Comprese in questa vicenda che la carezza messa da parte, custodita in uno scrigno con le pietre preziose, con cesellature fini era, era la voce che aveva davanti. Era la voce che aveva davanti. più tattile del tatto, più morbida di mano di chi aveva permesso alle farfalle di posarsi senza paura per poi fare come fanno le falene, volano nella luce.

La prima carezza fu un dono sospeso di un poeta, carezza dell’inizio, messa in uno scrigno, che si prese il tempo suo. Poi venne un uomo che iniziò il racconto, e furono parole e parole, modulate da trame e rime. La carezza era una voce

 

Copertina: Sunlight in a CafeteriaEdward Hopper