4 febbraio 1935

4 febbraio 1935

4 Febbraio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Così mi prende, da levante una angoscia lancinante. Mi girano diverse le cose, belle e brutte. E vado vanti poi ricordo, come un numero civico della via in cui passi e è la casa dove debbo entrare. 4 febbraio 1935, forse al mondo manco sarà successo niente ma a me sì.

Cammino lungo la strada di questo giorno e la gola mi si fa sottile, come soffocare. E’ un dovere ricordare, poi se non lo faccio io chi altro può farlo. Fa tempo fermo oggi, tempo fermo.

Oggi è il giorno in cui è nata mia madre, tanto tempo fa ed è da tanto tempo che… no, ora che ci penso ci siamo visti di recente. Qualche settimana fa che stavo male la febbre saliva, preso dai calori ho chiesto “mamma”. Avevo i brividi, come quando mi copriva che mi passavano, forse, i brividi ma sicuramente restavo lesso come pollo al forno. L’ho chiamata come fanno tutti i bimbi del mondo, nessuno escluso. Non ricordo come è andata sta di fatto che mi sono salvato e sono qua.

Non credo sia tornata da dove sta, ma certo un poco ci pensa a questo dolore che ha lasciato qua.

Veniva, aveva le mani lunghe e metteva la mano sulla fronte e diceva “passerà”, non era come mia nonna che cominciava a fare brodo, te e ogni cosa che faceva calore del caldo che già c’era.

“Passerà, non è niente, succedere”.

Passerà, non è niente, succede anche oggi se ne andrà e forse l’angoscia come deve, tanto non è niente. Però ne avevo bisogno che tirava fuori il termometro di mercurio e “dai, passa”.

Sai mamma, ancora non è passata questa vita ti dovrei aggiornare delle mille cose che ho fatto ed avrei piacere a sentirti dire che sono tutte sbagliate, che sarebbe stato meglio avessi fatto il professore come avevo iniziato a fare e invece faccio l’anarchia che mi hai insegnato tu.

Ti presenterei il mio mondo, i miei incontri, le lettere che ho scritto, i saluti ricevuti da lontano e quelle cose che non si dicono ad una madre ma perché le sa già.

Oggi madre mia sentivo che in mezzo a questo vivere che pareva avesse il vento, questo vivere bello, ti avrei chiamato, ti sarei venuto a trovare, senza parlare.

Buon compleanno mamma

Come disse papà nel miglior ristorante di Como, davanti a piatti da mille e una notte, disse “sì, va bene. ma non sono meglio i tortellini di mamma”.

Mamma non sapeva cucinare…

Sai mamma allo stesso modo mi hai insegnato l’amore, nel vuoto di non farmelo mai sentire, vedere, ora lo riconosco come fanno con le oasi i navigatori del deserto.