Un Cristo davanti al mare

Un Cristo davanti al mare

15 Febbraio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Aveva freddo, freddo che fuori c’era caldo da morire. Era muto, muto in un rumore immenso, immerso nel rumore. Non distingueva le parole e non capiva i discorsi, che gelo.

Dicono che le stagioni stiano cambiando, che il ciclo della vita è differente, ma lui restò appeso alla sua vita che ora appariva più definita ma il margine per viverla si faceva stretto.

Così aveva fretta di leggere d’un fiato un libro grande, grande, come un romanzo. Il romanzo si legge con i tempi suoi e la trama ti sfugge, poi la riprendi, poi va via, poi sono mani che cuciono strappi. Poi… andò davanti al mare per via di quella canzone che dice che “avanzò nazione dopo nazione, ma quando arrivò davanti al mare si sentì un coglione perchè più in là non si poteva conquistare niente”. 

Niente, solo sabbia tra le dita. Il vento sputava sabbia, granelli di sabbia e la sabbia gli puliva la faccia. Si sedette e stette, pensò alla corsa fin lì, al fiato che non c’era, assaporò la primavera che doveva venire e decise che questo intimo per se stesso sarebbe stato il tutto in questo mondo. Si sentì come la chiocciola che era uscita alla pioggia e ora doveva aver impressa la difficoltà della secca.

Le chiocciole si nascondevano dentro le “ferite” degli alberi di fico, a grappoli, che se lo sapevi dove stavano le andavi a prendere senza fatica, senza tempo. Così ad attendere la pioggia che, prima o poi, verrà.

Pensieri di un folle davanti al mare e prese in mano un antico talismano che usavano i marinai per attraversare vivi il mare, e andava sempre bene perchè solo i vivi testimoniavano la vita, i morti erano impossibilitati a farlo.

C’era il mio cuore al sommo d’ogni cosaC’era l’anima mia che è contadinaUn’isola d’aratro e di frumentoSenza le vele, senza pescatoriIl sudore e la terra erano argentoIl vino e l’olio erano i miei ori
Ma se tu guardi un monte che è di facciaSenti che ti sospinge un altro monteUn’isola col mare che l’abbracciaTi chiama un’altra isola di fronte
Francesco Guccini, Odysseus
Così immaginò il navigare fermo sulla spiaggia e a muoversi era il mare. Non stava fermo mai il mondo del mare e a lui girava la testa per via dell’abitudine a guardare la roccia ferma.
L’acqua faceva la spuma. Andò avanti fino al tramonto che qui è sul mare e non tra i monti, ma come sarà il navigare.
Si lavò la faccia con l’acqua di mare e sul volto per sempre restò il sale.
In foto Jack Vettriano