Introspezione nel grano

Introspezione nel grano

9 Marzo 2024 0 Di Lidano Grassucci

Ho cercato di dire che in questo mondo ci ero stato, ma lui, il mondo, se ne e’ fregato. Qualcuno dice che non può essere che tutto sia nato e morto qui, che c’è un senso nelle cose, che le cose si intrecciano e diventano vite per sempre e non luci intermittenti. Io non ho la giusta filosofia per stabilire i confini del noumeno di Kant, della cosa in sé se anche per lui che l’ ha intuita era inconoscibile. Ma mi sono fatto persuaso che esista una sorta di evidenza di un eccezionale destino per ciascuno dei partecipanti al gioco. La mia è leggere fitto di un racconto non scritto che e’ letto da me ad alta voce. Sto leggendo il libro del mio vivere che non ho scritto, che non sto scrivendo, ma che leggo chiaramente. Si forma nella forma che assume e si fa cielo e mare, monte e deserto. Lo incrocio, torno indietro a ricordare, mi slancio in avanti a immaginare, sto ora a vedere
Dicono che tutto sia popolato nella stringa vicina da quello che in questa non c’è. Errore per me perché qui ho trovato da scoprire quello che non può essere altrove nell’ unico vivere che abbiamo. Allora raccolgo una pianta di grano così viva da essere la prossima vita e di vite altre tante la prendo delicatamente, la metto in un terreno soffice ed umido, bagnato da acqua di fonte e… Una piantina di grano, questa la lezione che dico, il sole l’ ha fatta germogliare, la luna protetta dal buio della notte. Io? Ora la coltivo, devotamente, odore forte di vita che mi viene incontro, mi giro intorno e trovo miracolosa questa pianta di grano.