I veleni che restano ad una capitale mancata, o forse mai stata
17 Marzo 2024C’è uno stucchevole colpo di coda nella vicenda della sconfitta di Latina nella corsa a capitale italiana della cultura per il 2026. Una vecchia storia che investe gli sconfitti che, alienano le ragioni della sconfitta, richiamando il “tradimento”, il complotto, mettendo all’indice i traditori. Non ha perso il Duce ma lo hanno fatto perdere quelli che erano intorno. Cose un poco patetiche, Winston Churchill dopo Dunkerque non giocò con i tradimenti ma si attrezzo per cambiare gli accadimenti. Se dai la colpa ad altri la sconfitta non è maestra ma prenoti solo la prossima. Poi la durezza delle critiche, l’ ironia, la loro efficacia sono come dire che l’ acqua è bagnata. Non esiste critica gentile, sarebbe ossequio. Dice che i critici al progetto di Latina capitale sono stati critici, vi dò uno scoop … Volevano esserlo. Stona invece una maggioranza che ribadisce di essere d’ accordo con sé stessa, cosa che darei per scontata. Mi stupisco per l’ enfasi del senatore plenipotenziario di Fratelli d’Italia, Nicola Calandrini, che richiama addirittura la Storia per definire il risultato di Latina. Pomposamente parla di evento storico.
Mi dispiace sottolineare e ricordargli che non si tratta proprio della battaglia di Canne, di Cesare che ha attraversato il Rubicone, Napoleone a Lipsia. La Storia ha altre cose da fare rispetto ad un concorso a premi tra città. Credo importante tornare ad essere seri e a pensare alle cose nella loro dimensione.
Morale: avete perso e volete pure avere ragione. Capisco tutto, ma l’ assurdo no
E naturalmente nella libertà dei critici a criticare come ritengono. L’ unanimità è tristissima, la differenza è bellezza.
Consentendo a chi dissente di farlo come meglio crede e non come le maggioranze vorrebbero.