Antonio, il macchinista che tirò il freno

Antonio, il macchinista che tirò il freno

27 Marzo 2024 0 Di Lidano Grassucci

LA NOTIZIA

Antonio D’Acci è morto sul lavoro, mentre era alla guida del treno regionale 4193 Pescara-Sulmona, in Abruzzo, nel pomeriggio di martedì 26 marzo. Il macchinista 61enne, originario di Foggia ma residente a Termoli, in provincia di Campobasso, ha compiuto un gesto eroico riuscendo a fermare il convoglio di Trenitalia in aperta campagna, mettendo così in salvo tutti i passeggeri

La Repubblica, 27.03.2024

LA CONSIDERAZIONE

Leggo la notizia, lui ha 61 anni, come me anzi due di meno. Lo immagino che sente il dolore e sceglie di fermare il treno per salvare le vite altre che la sua era finita. Sono cresciuto con il mito del macchinista faccia sporca che mette l’olio agli stantuffi, con la locomotiva lanciata “come fosse cosa viva” contro l’ingiustizia di Francesco Guccini.

Ora tocca alla mia generazione questa vita e nel suo crepuscolo Antonio fa una cosa incredibile, pensa da vivi ai vivi, per la fine che gli appartiene. Non sarò scritto su nessun libro di Storia la sua storia ma mi piace pensare che in quell’istante che ha tirato il freno gli siano passati davanti i volti dei mille e mille passeggeri che andavo a Pescara da Sulmona, a Sulmona da Pescara carichi dei loro bisogni di viaggi sucuri nel suo treno tanto da dormirci dentro dal partire all’arrivare, tanto da parlarsi delle cose del mondo “e questo tempo che non cambia mai”, “queste stagioni che non ne hanno più di mezze”, “e la neve che quest’anno non si è vista”, “ladro è il governo”. Eppure il treno va, lui che guarda avanti. Antonio portava la gente da Sulmona a Pescara e tornava, faceva il ferroviere che è un bel mestiere se lo leggi che fa incontrare la gente, uno brutto se vedi i saluti dal finestrino quando ciascuno va al suo destino.

L’ultimo pensiero? Tirare il freno, fermare la locomotiva e addormentarsi senza vita. Ha fatto il suo lavoro fino alla fine. Gli daranno una menzione, ma lui certo non cercava quella ma quei passeggeri ora sono un poco lui e il suo pensare agli altri. Il sole è tramontato, Antonio ora è l’uomo che la sua gente saluta, i suoi affetti ricordano, lui è un uomo.

Ma intanto corre, corre, corre la locomotivaE sibila il vapore e sembra quasi cosa vivaE sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria:“Fratello, non temere, che corro al mio dovere!”

Francesco Guccini, La locomotiva

Poi tira il freno e tutto si ferma nel sereno. Ciao Antonio