Latina e la questione di chi comanda
12 Aprile 2024Esiste il nodo della leadership a Latina. Vale a dire la questione di un riconoscimento di classi dirigenti. Il leader non deve mai essere banale, deve destare amore o odio, non passare inosservato. Se entra in un bar, tutti lo debbono percepire. Deve, il leader, individuare chi è distratto e riportarlo all’ attenzione. Deve essere originale e se c’è una folla deve “affollarsi”. Deve essere gradevole con chi gli e’ vicino e fermo con chi da lui e’ diverso, rispettandolo come avversario ma mai farlo sentire nemico. Il capo deve riconoscere, deve apparire umile per essere altero. Poi della politica deve avere la passione, non innamorarsi della funzione. Ecco era capo Corona, capo Finestra, capo Zaccheo, Redi. Tutti loro rappresentavano anche un mondo. Per capacità di avere fedeli era del gruppo anche Coletta che, non a caso, aveva anche la guardia pretoriana. Poi? Poi chi sceglie chi scegliere se è mediocre sceglierà mediocri per apparire diverso e celare la sua indifferenza. Latina oggi non ha problemi amministrativi, politici, ha problemi di percezione del governo. E’ armata di cesaristi senza Cesare, un esercito di Francia senza Napoleone e che disconosce le ragioni della grande rivoluzione. Conservatori che non conservano, futuristi che amano il passatismo, dei Marinetti-Carducciani, dei D’Annunzio papisti. Servirebbe leggere Machiavelli, ma qui siamo rimasti ai Cirannini, ai sunti di sapere nella morte della militanza.