Il vero

Il vero

20 Maggio 2024 0 Di Lidano Grassucci

Mi inoltro dentro la questione del vero, del verosimile e del non vero, del falso.

Parto da una ricordo letterario che mi sono portato alla maturità dove parlai (con poca cognizione di causa) di Verga e di verismo.

VERISMO: Aderenza alla realtà, vista senza pregiudizi anche nei suoi aspetti più crudi, nell’ambito della rappresentazione letteraria e artistica  

Corrente letteraria dell’Ottocento italiano: nacque da una diffusa reazione realistica all’idealismo del tardo romanticismo, in corrispondenza del naturalismo francese di cui accolse, in via teorica, le istanze sociali e l’esigenza di una narrazione rigorosamente oggettiva

Così il vocabolario e così il mio intendimento iniziale rispetto alla vita. Pensavo che dovessi fotografare il vero, il reale, e la foto sarebbe stata oggettiva, vera, senza possibilità di altro. La verità era la base del raccontare il vero e nulla poteva e doveva non essere oggettivo.

Invece? Lo stesso quadro aveva colori diversi a seconda di chi guardava, di come, chi guardava, lo vedeva. Il vero sfumava, si faceva vicino ad un altro vero, cambiava colore restando del suo ma sfumato. In quella idea che si narrava l’oggettivo divenne contezza della prepotenza del guardante, del suo voler vedere nel quadro la sua idea di paesaggio, di ritratto, di astratto. Il vero usciva dalla tela e veniva nella vita reale cambiando colore ed apparando diverso essendo uguale.

La verità non sembra mai vera.
Georges Simenon

La verità se ferma su se stessa uccide il vero che la genera e si fa orfana diventando bugia creduta, abbominevole differenza

Felice chi è diverso

essendo egli diverso.

Ma guai a chi è diverso

essendo egli comune

Sandro Penna

La verità si insinua diventando certezza, fa dei colori sfumati, colori identificati e cela se stessa in nome di un verosimile che pare tal quale al verso essendo esso così falso.

Mi portarono un sasso dicendomi che non aveva anima ed era vero. Io lo presi e sentendolo in mano sentii che sapeva di lamento, dolore e anche amore. Il donante non voleva saperne: il sasso è un sasso, inanimato, incapace di ogni cosa. Privo di dolore e gioia, altro da ogni sentire.

Presi il sasso incapace lo scagliai come prima pietra e fece dolore senza giustizia, lo scagliai contro Golia essendo Davide e fu paladino di giustizia. Colava di sangue la ferita e misi il sasso a fermare l’emorragia, sasso e pressione e quell’inanimato sasso si fece cura ed era causa di dolore.

Cosa è vero per il sasso? Ogni cosa è possibile, anche il falso che si convince di essere vero.