Che fare del Key? Forse è il nostro jolly
15 Giugno 2024Cosa ne facciamo del grattacielo Key? Come se un passato di una famiglia divisa e controversa lasciasse ai figli ignari un immobile di cui alcuno sente il bisogno. Il sindaco di Latina, Matilde Celentano dice… Lo deciderà la città. E come, con un referendum? Con una gigantesca raccolta di firme? Come con il muro di Berlino che ciascuno toglie un pezzo? Io direi… Deciderà la sfida che vogliamo.
Ma chi e’ la città, chi siamo noi e quel grattacielo ci appartiene? I miei nonni mi hanno lasciato la casa dove sono quasi nato, certamente cresciuto, diviso tra amore ed uso mi riempo la testa con memorie e futuro. Ecco il Key alto 42 metri, in centro, ciò che resta di una Milano del sud che poteva essere e non è stato. Una utopia verso il cielo, con l’ uso della kappa in tempi americani, i mobili fatti facile e per un tempo corto e non più per sempre in legno massello. Il Key non è uno scheletro e’ una ipotesi che non si fece mai vera. Cosa farne? Raccontarlo, raccontare anche la sua audacia ingegneristica e la consapevolezza che anche lei sconfitte vanno ricordate. Il Key è la sconfitta di una città industriale che e’ rimasta bambina. Il Key, la centrale nucleare, la Pozzi Ginori, l’ ex zuccherificio sono gli scheletri di quel che resta di questo effimero tempo. Che fare? Non facciamo decidere la rabbia iconoclasta della nostra storia post democratica, ma chiamiamo chi sta rigenerando le città italiane, penso Milano, qualcuno come Boeri, Fuksas, Renzo Piano o… Fate voi. Ma non agiamo a casa ma osiamo nel fare di un dramma una opportunità. Immaginate un piano che rigeneri l’ area che va dal Key all’autolinee vecchie, passando per gli spazi dell’ oratorio, al Museo Cambellotti. E poi volendo nel polo sportivo di Stadio, piscine, e palazzetto. Uno scacchiere urbano che da risulta si faccia protagonista. Dice, decide la città, io direi facciamo decidere le idee. A Milano lo hanno fatto con boschi sui grattacieli e grattacieli storti. Noi? Osiamo cercando il meglio che al banale paghiamo pegno dal 1932.