Morire di lavoro a Latina

Morire di lavoro a Latina

21 Giugno 2024 0 Di Davide FacilePenna

Ci dividiamo e ci accapigliamo per conflitti terribili che mietono vittime tran civili e soldati in medio-oriente e in Ucraina. Orrori lontani che i media e social-networks ci fanno sentire vicini. Poi però le guerre ce le abbiamo pure in casa. Guerre non convenzionali ma che fanno morire ragazzi o li lasciano mutilati. La più ingiusta e più assurda è la guerra del lavoro con le sue vittime che assorbono per qualche ora la nostra attenzione ma che presto vengono dimenticate. Le chiamiamo, con termine delicato, “morti bianche». L’ aggettivo bianco alluderebbe all’ assenza di una mano responsabile dell’ accaduto, come fossero dovute alla casualità o alla sfortuna. A me il termine “morti bianche” ricorda il colore del velo dei fantasmi. Sono questi in fin dei conti i morti sul lavoro, fantasmi che è meglio non vedere. In provincia di Latina la conta dei fantasmi sta diventando peggio di un bollettino di guerra che sia aggiorna quasi quotidianamente, seguendo sempre lo stesso ciclo della vergogna. Morte- Indignazione sui social-networks e nelle dichiarazioni di sindacati e istituzioni, oblio. Sempre lo stesso triste e tragico schema. Oggi è toccato a Satnam Singh. Una macchina agricola gli ha staccato un braccio ed è stato portato a dissanguarsi di fronte casa invece che in ospedale. Il 5 giugno a Borgo Sabotino, Ene Vasilica, un operaio di 38 anni è morto colpito da un mezzo in fase di manovra. Il 24 Aprile, dopo quindici giorni di coma, è deceduto Georghe Breahna cinquantunenne di origine rumena che l’8 aprile era caduto giù dal tetto di un capannone di un’azienda in via Carrara, tra Latina Scalo e Sermoneta. Sempre a Sermoneta il 27 marzo un operaio è stato gravemente ferito alle gambe mentre lavorava presso l’azienda che tratta prodotti di carpenteria meccanica. Secondo l’Osservatorio sulla Sicurezza sul lavoro e Ambiente di Vega Engineering
sono stati 89 i decessi da gennaio a dicembre 2023 nel Lazio: 59 quelli rilevati in occasione di lavoro e 30 quelli in  itinere. Il più elevato numero di decessi totali si è verificato in provincia di Roma (58). Seguono: Latina (12), Frosinone (9), Viterbo (6) e Rieti (4). La cosa incredibile è che questi dati classificano la nostra Regione, secondo i parametri dell’Osservatorio, come zona bianca rispetto agli infortuni sul lavoro. Morti bianche e zona bianca. La zona bianca, quella in cui si trova il Lazio, è la zona che raggruppa le regioni con l’incidenza di mortalità sul lavoro tra le meno elevate a livello nazionale. Siamo pure ligi alle regole rispetto al resto d’Italia o solo meno sfortunati. Oppure sfuggono come morti del lavoro una parte dei decessi? Sicuramente non sono sfuggite le morti del 17 marzo 2023 di Daniel Martini e Vadyn Kachurin, avvenute in una fabbrica di Sermoneta la Recoma. La Procura ha chiuso le indagini sulla loro morte e almeno una verità giudiziaria su di loro ci sarà. Peccato che la campagna elettorale abbia distratto sindacati, partiti e istituzioni sermonetane da ricordarli nell’anniversario della tragedia. Sono strasicuro però che dopo il 25 Giugno, quando si insedierà la nuova Giunta, la ri-sindaca Giovannoli o almeno uno degli assessori troverà tempo e modo per ricordare con un atto ufficiale questi nostri morti sul lavoro. Così noi a Sermoneta usciremo dall’ignobile ciclo morte-indignazione-oblio. Almeno smettiamo di indignarci che è una cosa di un’ipocrisia inaudita e totalmente inutile. Si agisce in questi casi.