Il corteo per la dignità del lavoro, i miei braccianti

Il corteo per la dignità del lavoro, i miei braccianti

25 Giugno 2024 0 Di Lidano Grassucci

Di che colore è la fatica? Vengo da un posto dove il lavoro è fatica, lo fadia si dice. Il lavoro lo prendiamo per il suo umano peso non per il suo effetto al mondo. Sono figlio di contadini senza terra, di braccianti, conosco la fatica per la fatica. Ho visto oggi per le vie di Latina tanti proletari, con la stessa fatica dei miei ma ora vengono dall’ India. Uno di loro lo abbiamo fatto morire dissanguato con un braccio staccato. Urlano i braccianti le bandiere del sindacato, CISL e UIL (la CGIL ha voluto fare da sola e da soli si sbaglia sempre) . Dicono che sono 2000, sono tanti ma soprattutto sono il lavoro vero, quello che ci dà io cibo. Ci sono i sindaci, per tutti quello di Latina, Matilde Celentano, c’è il presidente della provincia Gerardo Stefanelli. Gli indiani hanno barbe lunghe, turbanti, i miei avevano barbe fatte ma sulla pelle riconosco la cattiveria del sole. Che vogliono? Essere uomini, essere umani. Vogliono essere qualche cosa ora non sono niente eppure fanno tutto, cito il marchese di Sieyes sul terzo stato alla vigilia della rivoluzione di Francia. Vogliono essere qualcosa. La dignità spero batterà la retorica. Erano in 2000 e sono tanti, peccato con la CGIL avremmo fatto una figura bellissima di una umana Latina.