Il Consiglio del quarto regno di Giovannoli

Il Consiglio del quarto regno di Giovannoli

27 Giugno 2024 0 Di Davide FacilePenna

In ogni città o paese ci sono luoghi magici e carichi di storia in cui si celebrano dalla notte dei tempi i riti collettivi. Quei riti che sono alla base della formazione dello spirito di comunità. A Sermoneta questo luogo è la piazza del Belvedere.

Uno posto incredibile, infilato tra il Castello Caetani e il palazzo del Municipio, dal quale si può ammirare tutta la pianura pontina. Quando ti affacci alla balaustra riesci a vedere tutto il litorale, dal promontorio del Circeo fino a Torre Astura. Se c’è bel tempo vedi pure le isole pontine. Unica nota stonata l’orrorifica Torre Pontina che si staglia, fuori
posto, all’orizzonte. Mi sono sempre immaginato chi possa aver calpestato nei secoli queste pietre e quante volte i sermonetani ci siano trovati riuniti. Magari ci sono andati a salutare qualche imperatore romano con suoi centurioni al seguito. Saluto al romano e non saluto romano che si sappia. Si saranno riuniti per inchinarsi ai nobili signori che ci fecero Borgo Medievale.

Gli Annibaldi prima e i Caetani poi, costruttori delle due torri del Castello. Avranno salutano Onorato IV Caetani e suoi soldati in partenza per la battaglia si Lepanto, vittoriosa impresa che è ricordata proprio qui da una targa. In epoca più moderna avranno visto camminarci Papi, regnanti di casa Savoia e magari Benito Mussolini stesso. Non so se i miei avi si sono riuniti pure per il Duce ma se non è avvenuto ce ne faremo tranquillamente una ragione. Con la Repubblica e molto più di recente il Belvedere è diventato il luogo in cui si celebra il rito laico del primo consiglio comunale dopo
elezioni locali. I Sermonetani si assiepano in silenzio sulla scalinata che porta al Castello e vedono i loro eletti aprire le danze della nuova consiliatura. Lunedi 24 il magico rito repubblicano si è ripetuto, anche se ormai sarebbe il caso di dire rito monarchico-repubblicano. Il Sindaco a Sermoneta è in realtà una Regina, Giuseppina Giovannoli che è stata riletta al massino soglio comunale per la quarta volta in venticinque anni. Le altre volte il rito me lo sono perso ma questa volta mi sono scapicollato da Roma per esseri. Quando sono arrivato al Belvedere già la folla dei cittadini riempiva le gradinate. Sulla piazza erano disposte sedie e tavoli sistemati a ferro di cavallo per i neo-consiglieri e la Sindaca. C’era inizialmente solo la minoranza che confabulava raccolta in cerchio, con al centro lo storico oppositore della Regina Pina, Manuele Agostini.

Si notava nel crocchio la consigliera Bonaldo, la più giovane del Consiglio Comunale. Ha 24 anni ma sembra ancora più piccola. Uno dietro di me se ne è uscito con una battutone da Zelig de noantri: “a ragazzì spostate che mò arrivano i grandi”. La maggioranza è arrivata subito dopo guidata dalla Giovannoli. Pina, giuro, salutava proprio come faceva Elisabetta II, tenendo l’avambraccio rigido e dritto verso l’alto e ruotando solo la mano su se stessa. La Regina ha parlato ai sudditi senza emozionarsi e si è presa pure i complimenti per la vittoria netta da un onesto Agostini. Il leader “codadecabaglio” ha ammesso che per l’opposizione il voto è stato una “Caporetto”. Pina ha colto al balzo l’occasione ed ha subito replicato velenosa alla minoranza: “vi fa onore ammettere che è stata una Caporetto”.
Tutta la minoranza ha promesso di fare un’opposizione responsabile e non di soli “no”. Quindi sappiatelo che nel caso hanno già dichiarato di essere tutti responsabili di quello che succederà.
Dopo gli scambi di garbate battute è stato eletto il Presidente del Consiglio Comunale. Sarà Torelli Pierluigi che è arrivato secondo dietro Minniti nella conta dei voti per consigliere comunale. L’opposizione non lo ha votato e si è astenuta. Torellino non è un Presidente scelto in condivisione allora. Saranno tutti responsabili ma non iniziano bene i rapporti tra maggioranza e opposizione. Ho mandato un messaggio alla mia informatrice, Lady M, che mi ha assicurato trattarsi non solo di un Presidente non condiviso ma addirittura di un Presidente di staffetta. Due anni e mezzo a lui e due anni e mezzo ad un altro che lo sostituirà a metà consiliatura. Torelli ha iniziato il suo primo discorso da Presidente con molta emozione. Si è bloccato subito. Poi ha preso il ritmo ed è in assoluto quello che si è espresso meglio. Con pacatezza e anche competenza. Ha sbagliato solo nell’appello dei consiglieri chiamando De Santis con nome del padre, Fiore. Fiore è stato amministratore di Sermoneta pure lui ed è scomparso pochi giorni fa. Poi la Sindaca-Regina ha comunicato i nomi della nuova Giunta. Minniti, il consigliere più votato, è vicesindaco e assessore
ai lavori pubblici e mobilità. Ha un ruolo importante ed ha fatto pesare come ovvio i voti presi.
Macera Paola avrà l’Urbanistica, Melissa Girardi le Politiche Agricole, Ugo Coluzzi il Bilancio, Valentina Cianfriglia il Welfare. In realtà gli assessorati hanno anche altre competenze ma io sono all’antica e cito sono quelle principali. La Regina ha dato però, in perfetto manuale Cencelli, deleghe anche a tutti gli altri consiglieri comunali della maggioranza. Così non ha scontento nessuno degli eletti e dei mille gruppi che loro rappresentano. Ha annunciato pure altri incarichi a chi è rimasto fuori dal consiglio comunale. Chissà se saranno incarichi veri o distintivi di facciata.
Sarà pure una Regina ma più che lo scettro tiene in mano lo scudo crociato democristiano. Ha chiuso gli interventi il capogruppo della maggioranza Mariotti Mauro. Si è messo per l’occasione una cravatta gialla che era il colore preferito del “sermonetano ignorante” Nestore Pietrosanti.
Anche Nestore non c’è più da qualche settimana. Avrà raggiunto il nonno che si chiamava come lui e fu Sindaco sarto e socialista per vent’anni a Sermoneta.