Latina, la pianificazione triste dei muri e la lezione anarchica di Giorgione e la sua pasta
29 Giugno 2024Il nucleo storico di Latina sarà pianificato da un gruppo di professionisti selezionati dal servizio Urbanistica del Comune a seguito di manifestazione di interesse. I professionisti incaricati sono l’architetto Francesco Romagnoli (capogruppo), l’architetto Alfonso Femia e l’ingegnere Emilio Ranieri.
Fin qui la notizia… Pianificare il centro storico, eppure le cose vive del centro non si sono pianificare ma realizzare da sé. La vita viene viva fuiori dai piani quinquennali, siamo al mondo insieme alla Corea del nord l’unico posto in cui si fanno ancora questi piani di futuro che ignorano il presente.
Quando abbiamo pianificato abbiamo devastato: la chiusura delle autolinee è pianificata ed è un buco nero, abbiamo pianificato il nuovo mercato del martedì ed è un disastro.
Non abbiamo pianificato i pub, la nuova città del food e questa pulsa di vita.
Abbiamo pianificato il teatro e lo teniamo come un gigante in catena… Vuoto.
Abbiamo pianificato l’ università diffusa e non si è fusa con la città ma ne diventa una maschera immobiliare.
Non serve pianificare, servirebbe capire dove andremo a finire non che muri mantenere.
Pianificare con ingegneri e architetti? Bisognerebbe prima pensare con filosofi, poeti, esteti, teatranti, con preti e santi, con librai e aspiranti cantanti, ai cuochi, a chi la pensa di lato, a chi storto, a chi capovolto.
Bologna diventa capitale di un nuovo mondo negli anni ’70 ma per cantanti che si scrivono canzoni e zingari felici nella piazza.
Non servono architetti e ingegneri servono anime disposte ad animare una città nata senza cristiani, cresciuta con il culto del mostrarsi e a rischio di farsi periferia di periferia.
Non servono architetti o ingegneri ma qualcuno che dica loro di come si immagina la città futura che non è le sue mura.
E a destra, nel governo di destra servirebbero i liberali, nell’opposizione di sinistra i socialdemocratici invece restano i fantasmi del ‘900 in cui il leviatano totalitario pensava a l’uomo nuovo da forgiare e non alla possibilità dell’uomo che c’era.
Per favore non pianificate il centro ma cercate di capire cosa esso sia.
C’è in imprenditore di Latina, si chiama Giorgione, ha aperto un ristorante dove si mangiava bene, senza pretese di cucina nuova o vecchia ma semplicemente quella che ti fa mangiare, ora ha tre ristoranti in centro a Latina. Ecco serve il genio, e come lui ce ne sono tanti, non il programma quinquennale. Il Comune? Deve cercare i talenti e favorirli non programmare queste pura che dirgli tristi e dire il vero. Io incaricherei Giorgione di darci il tempo nuovo, non architetti e ingegneri di tempi vecchi. Non si mangia il cemento, la pasta sì.
Se posso permettermi il lusso del termine, da un punto di vista ideologico sono sicuramente anarchico. Sono uno che pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio.
Fabrizio De André
Da Giorgione non è che si mangiava bene,si mangia beneeeeeee.Grande Giorgio….100 come Te
…si potrebbe cominciare con una bella campagna sulla educazione civica…ricordare alla gggggente che i rifiuti non si abbandonano per strada, che le strade servono a tutti, non solo a chi va in auto…che mettere la freccia, quando si è in auto non è un segno di debolezza e parcheggiare solo dove è possibile e rispettare i limiti non è roba da medio evo…