NeoLatina, il neo che rende unici

NeoLatina, il neo che rende unici

30 Giugno 2024 0 Di Lidano Grassucci

Questo è l’articolo si fondo che ho pubblicato sulla rivista NeoLatina che è supplemento cartaceo quindicinale a questo sito. Un gioco comunicativo, uno strumento per avere in mano la carta ed essere un poco snob. Carta spessa, foglio grande e i caratteri che li puoi leggere al bar: sotto i gazebo se è estate, nel caldo dei tavoli interni se estate non è. Un gioco di due “chiacchieroni”, diversi come è diverso il sole dalla luna, la mia Juve dalla sua Inter, l’essere conservatore lui, progressista io, ambientalista lui amante dell’uomo che trasforma io. Ma questo manca in questa città una cultura della dialettica a fronte di un mondo della appartenenza.  La rivista si trova in alcun bar del centro. Perchè NeoLatina? Perchè dalla fine del grande impero d’occidente sono nate lingue nuove, testimonianze nuove, città nuove e il neo è il difetto che rende unico il soggetto. Ecco siamo il nuovo che conosce il vecchio, che lo innova e non lo cancella ma neanche lo idolatra e siamo il difetto che rende unico. Presuntuosi? Leggeteci e se pure fosse che fa?

La rivista è stata presentata nei salotti del Turi Rizzo a Latina venerdì scorso

L’ARTICOLO

Maurizio Guercio mi coinvolge in questo “gioco” comunicativo sulla prima pietra di Latina (capite bene che io altro nome non posso, non voglio usare). Prima pietra poi mi pare ci sia un’ altra data per l’inaugurazione. Questa città ha più compleanni che abitanti. Dire a me di questa roba è come portare in chiesa un cane per farlo cristiano. Io sono di quelli che c’erano prima, i butteri a cui fu tolta terra, storia, identità, lingua. C’è un dipinto di Cambellotti nella sala consiglio della Provincia dentro il palazzo del governo a Latina in cui gli uomini nuovi, belli in salute, luminosi e votati al futuro cacciano gli uomini vecchi neri e brutti nelle montagne. Il piano è ordinatissimo. In questo dipinto c’è il nodo, lo strappo. Il volere negare il prima, voler fare un esperimento umano con la scommessa di poter fare un “uomo nuovo”. Un uomo senza passato, ordinato, votato alla comunità, alla Patria, al capo a… Alla Storia da riscrivere ad ogni nuova storia. Lì nel dipinto si spiega perché la città non ama la sua Ile de France, la sua Columbia district. Eppure, eppure la città per nascere dovette prendere i ragazzi che avevano studiato al Seminario di Sezze, o che da Priverno e Sonnino erano andati dai preti a Roma, o i coresi che entravano nel mondo da Velletri. Per non dire di Terracina e Gaeta che andavano per mare quando il mondo quasi non sapeva navigare. Ecco da qui bisognerebbe ricucire, un rammendo da sarta di qualità capace di non fare vedere lo strappo ma la verità. Che dice che siamo quello che siamo perché non nacque mai l’ uomo nuovo e chi voleva forgiarlo lo mando a morire dichiarando guerra a 40 stati diversi e porto a morire mezzo milione di ragazzi italiani. Oggi dico che quel dipinto è monito per chi vuole la perfezione che umana non è prevista e produce mostruosità della ragione. Latina, neoLatina, sta nei bimbi che fanno le elementari i cui occhi vedranno cose che noi neanche immaginiamo, noi possiamo dirgli solo il vero di un mondo vario dove uccidemmo la foresta per il cemento ed ora abbiamo bisogno di alberi. Latina è stata città di opportunità quando si è pensata, non di un altro mondo, ma del mondo. Sapete amo pensare che questa città fu fondata intorno ad una madre, la Mater Matuta, e quella madre era capace di figli, di bellezza. Questa città è città italiana dove, come Napoli, nascono città nuove che portano altrove il profumo dei limoni. Dal capire un dipinto, comprendere la narrazione, farne tesoro si deve partire. Cosa farei? Inizierei a portare i bimbi a vederlo, come atto di religione civile come fecero con me, con la mia generazione, quando le nonne ci portavano a “leggere” le chiese, i loro mille racconti, i loro simboli. Io conobbi il mondo da quella dei gesuiti che è l’ edificio più in alto della mia Sezze a dire che conta la Sapienza per onorare il Signore. Capire il mondo capendo il proprio mondo. Io farei così, poi quei bimbi cambieranno il pensiero, lo ribalteranno, come facemmo noi tanto pieni di Santa Romana Chiesa da essere anticlericali. Questo dovevo all’ argomento, alla mia gente e alla città in cui ho scelto di vivere e che… Bella non ci si può dire, ma comoda si