Il tempo del tempo finito, pensieri da Calvino
14 Luglio 2024Se ci fosse un vicino, uno accanto. Intendo di mondo vicino che basta saltare la siepe e sei di là. Sarebbe bello e ci faremmo viaggi di andata e ritorno. Invece non so se c’è la stringa vicina rispetto alla stringa che occupo. Debbo quindi immaginare che le cose di là intervengono talvolta di qua o forse sono dei che si divertono con noi che siamo mortali e loro no. E se fosse tutto qui? Se quando la partita termina è terminata? Ci penso di tanto in tanto e il cuore comincia ad andare forte e così facendo consuma i battiti che ha in dote. Mi sento come se il fiato mi soffocasse su un dirupo dove debbo saltare e … Ci sarà pure un volo che vedi tutti dal cielo, o un gran tonfo e il rumore fa aprire il cancello di una nuova carta da giocare, ma non conosco il gioco. Mi hanno non insegnato la paura, nel senso che mi hanno spiegato che va rimossa e non la dovevo avere, e invece… Temo il salto, spero nel rimbalzo, ma capisco che non c’è, non ci sarà. Il termine della vita è il fine, quel tempo brevissimo e lunghissimo che toglie tutto quando tutto aveva dato. Non credo ci sarà San Pietro con le chiavi, non ci saranno angeli o demoni, ma in quel momento ci sarò io per il tempo debito, si per il debito contratto con la vita e cercherò i crediti. Un salto dal vicino di cui ho parlato, ho eluso, ho accantonato. Quel tempo, t con zero direbbe Italo Calvino, mi troverà pensante e non mi darà risposta. Questo è il senso, il sapere che non ci sarà risposta. E allora perché non credere che c’è un mondo accanto dove fare il viaggio chiedendoci da lì se esista il mondo qui, per essere vivi per tutto il tempo zero che poi è l’unico tempo che c’è, presente sempre.