Il Giro d’Italia a Latina e il futuro che tocco con la mano

Il Giro d’Italia a Latina e il futuro che tocco con la mano

10 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Ma lo devi capire il Giro d’Italia, lo devi capire perché si legge. Il Giro è l’Italia che viene di corsa qui, a casa tua, che passa veloce, che ti brucia di futurismo. Il giro è i bersaglieri che, siccome avevamo pochi cavalieri, abbiamo fatto correre i fanti e poi in bicicletta. Sono le gambe delle cispadane di questo, belle e forti,  amazzoni del secolo “meccanico” che vanno senza mani. Il giro d’Italia non è banale oggi, è memoria per sempre: nessuno ricorda il viaggio da casa al bar, tutti quella rapida visione del campione che quasi lo tocchi. Bloccheranno una città, e viva dio, ma bloccateci anche il cuore in quel tempo del passo del campione. Ma si può pensare al paracarro quando arriva, lo vedo lontano, Ginettaccio Bartali con quella faccia “da italiano in gita”, e non lo sai ma nel cuore suo ha il lasciapassare di vite contro i mostri, ed è così “giusto” che è la ragione per cui l’Italia non è infame, ma bella ed anche Israele si china. E Fausto Coppi, che scopre di amare anche contro i luoghi comuni. E Felice Gimondi che “maledetto” Eddy Merckx che proprio ora doveva arrivare.

E via di corsa, ma che mi frega delle strade, del semaforo, dei dettagli mediocri e banali se ho davanti la maglia rosa, uomini che vanno a 60 all’ora con il motore che è un cuore. E Pantani in salita, e mi sono messo la maglia anche io con scritto Salvarani, Campagnolo in grassetto e celeste è la Bianchi della mia vita.

Il mio amico Damiano: “L’aspetto pe le coste, che stao in salita” (trad: L’aspetto sulla strada in salita che porta a Sezze). Perché chi capisce di biciclette sa che li ci vuole benzina. I i comuni, i servizi, i dolori, ma che mi frega

 

Dimmi cos’è che fa sentire
il vuoto che ti toglie tutto
e fa finire il gioco
dimmi cos’è dentro di te
dimmi perché

Versi de l’Iltima salita dei Nomadi per Marco Pantani, è c’è chi pensa al disagio del traffico, chi ha paura di una città che si ferma per riverire l’Italia degli eroi