Passamonti: quando De Michelis venne da noi passando per il futuro

Passamonti: quando De Michelis venne da noi passando per il futuro

11 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Si è spento un pezzo di noi, un pezzo non di un io solitario, ma di un noi collettivo, ideale, di futuro. Massimo Passamonti (ex segretario provinciale dell’unico partito che ho sentito e sento mio, nostro, il partito socialista) al telefono, io gli rispondo. Che distanze siderali in quell’io collettivo che rivendichiamo, e chi ci manca? Il compagno Gianni De Michelis, ma mica per amicizia umana, ma per condivisione di pensare.

“Ti ricordi venne a Latina, con il club Turati era ministro delle Partecipazioni Statali”.

“Quando era?”

“Forse nell’87 o giù di li, andammo alla Fulgorcavi, che era in difficoltà, venne con una pezzo di cavo in fibra ottica e disse: questo dovete fare, se volete salvare questa fabbrica dovete puntare sulla fibra ottica. Capisci che intuizioni, oltre 30 anni fa… che occasioni perdute”

“Ma non c’è classe dirigente?”

“Non lo so, ora che ci penso è venuto anche un’altra volta andammo a Lago Monaci dove un imprenditore, Carlo Faiella, aveva messo su un allevamento di cefali, pesci poco considerati, di fango, lui li allevava in acque pulite, erano eccezionali, poi allevò anche mazzancolle. Vendeva in tutto il mondo, lì Gianni ci parlò di trasformare in opportunità economica la difesa dell’ambiente, la tutela della natura. Finì anni dopo per via dei mille vincoli del parco. Ma lì ci parlo dei giacimenti culturali, della cultura come petrolio dell’Italia. Ma di che parliamo”

Già, di che parliamo: una classe dirigente pensa il domani

“Ricorda Lidano la forza di rivendicare anche la possibilità di essere ministri, colti e anche persone felici, lo massacravano per i balli, le feste. Incredibile”.

Pensava la fibra ottica e i giacimenti culturali quando gli altri pensavano a copiare quello già visto: vedeva domani lì dove gli altri barcollavano il presente.

Ci consoliamo: “Però eravamo grandi noi socialisti”

“Sì, Massimo, eravamo il massimo ma disfatti da preti, democristiani e comunisti… mo che ci penso da baciapile e Savonarola, i nemici del sorriso, della felicità”