Elezioni europee, il partito che manca

Elezioni europee, il partito che manca

12 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Come dovrebbe essere un partito? Dovrebbe essere una parte del tutto. dovrebbe essere un competitore che fa sintesi della sua parte per confrontarsi con altre parti. Da dove si parte? Dai valori, dall’idea che si ha dello stare insieme, valori forti diventano il terreno su cui innestare poi le varietà, come convivere con quei valori. Come un albero di visciole a cui innesti le ciliege. Usciranno ciliege, ma la linfa è delle visciole.

Dico questo perché oggi il confronto è sul sapore delle ciliege e non sull’innesto, sulla pianta madre e sulla linfa che nutre l’albero. L’albero muore se non c’è l’apporto giusto di nutrienti.

Vengo da un mondo che aveva la sua pianta madre, il suo visciolo, nella giustizia sociale a questo era stata innestata la pianta della libertà. Il frutto? la distribuzione nuova della ricchezza che è stata alla base dello sviluppo in Europa dalla fine della guerra ad oggi, collaterale le foglie verdi di una Europa unita che era opportunità, occasione e non freno. Ma… quella pianta è secca perché le ciliegie non escono più, la pianta non da frutti si nutre per vivere. Allora? Bisogna innestare nuove piante, cercare nuovi frutti, magari meno dolci se la dolcezza fa difetto ai nuovi palati, ma va cercata non dimenticando che i cardini sono giustizia e libertà, ma accanto devi innestarci la salute, la lotta alla paura di domani che è una malattia che la mia generazione neanche poteva immaginare. Io, mi permetto, alla idea di giustizia e libertà innesterei il frutto della felicità e la felicità è una cosa difficile da mettere a frutto perché è di ciascuno, è per ogni uno che vive. Ma il confronto sta in questo terreno.

Per essere felici occorre ricordarsi della pianta di visciolo, va tenuta forte quella pianta. Serve continuare a produrre ricchezza, penso che poi vada distribuito il frutto innestato ma anche definito il profumo, presentato l’idea stessa dell’albero. Esco dalla metafora Willie Brandt quando si rese conto che l’idea socialista della distribuzione della ricchezza dentro le società occidentali era ingiusto perché l’ingiustizia era nella distribuzione dentro il pianeta proponeva una idea di partito: i valori di eguaglianza e libertà dentro i temi nuovi. Ma oggi i partiti non hanno idea dell’albero, dell’innesto e neanche di come distribuire i frutti. E stiamo tagliando l’albero, perché in nome del nuovo si uccide la speranza. Il mio partito? Quello che sa del passo, ma guardo all’autostrada, Non nega il tratturo ma accoglie la sfida di domani.

Mi scuso dell’intrusione, non ho più parte ma forse non ci sono le parti.