Il nucleare di Enrico Mattei oggi è economia circolare di Sogin

Il nucleare di Enrico Mattei oggi è economia circolare di Sogin

12 Maggio 2019 1 Di Antonella Andriollo

Enrico Mattei nei suoi passi decisi davanti alla centrale nucleare mai avrebbe immaginato che decine di anni dopo, la Sogin, li, ci avrebbe fatto dell’economia circolare. Era il 1958, quando nella testa brillante di Enrico Mattei, presidente dell’Eni, prende vita un progetto: energia nucleare per la nostra nazione.

Istituisce l’Agip Nucleare e inizia una collaborazione con la britannica Nuclear Power Plant Co per progettare la prima centrale nucleare d’Italia. A novembre, la posa della prima pietra della centrale elettronucleare di Latina. Con una potenza di 210 MWe era per l’epoca, la centrale nucleare più grande d’Europa. Mattei non vide mai il suo progetto in azione, morì infatti due mesi prima dell’inizio dell’attività. Non vide mai, la vita della centrale, che ha prodotto 26 miliardi di kWh di energia elettrica. Non vide mai, per ovvie ragioni temporali, neppure le attività di decommissioning attuate da Sogin operazione all’epoca nemmeno trattata nei progetti.

sogin

Il decommissioning, ultima fase del ciclo di vita di una centrale

Enrico Mattei, Sogin e la sfida ingegneristica

Il decommissioning di Sogin ( lo smantellamento ) è una vera e propria sfida ingegneristica. Gli impianti nucleari italiani, tutti diversi tra loro, erano stati progettati senza valutarne l’esigenza di smantellarli alla fine del ciclo di vita. Il decommissioning di un impianto nucleare è l’ultima fase del suo ciclo di vita. E’ caratterizzato da operazioni di mantenimento in sicurezza degli impianti, allontanamento del combustibile nucleare esaurito, decontaminazione e smantellamento delle installazioni nucleari. Non solo, nel decommissioning è compresa la gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, in attesa del loro trasferimento al Deposito Nazionale.

Un nucleare che diventerà prato verde

L’insieme di queste attività ha l’obiettivo di riportare i siti a “prato verde”, cioè ad una condizione priva di vincoli radiologici, rendendoli disponibili per il loro riutilizzo. Sogin, società pubblica responsabile di questa operazione, che dal 1999 ha acquisito la proprietà della centrale, si fa carico di questa sfida. Attraverso un’articolata pianificazione, Sogin ricerca soluzioni tecnologiche specifiche. Il piano di smantellamento, sottoposto nel 2017 alla revisione dell’ Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, è stato definito ” solido” e in linea con le migliori pratiche internazionali.

Quando l’economia è circolare

Il reattore a gas di grafite Magnox di Enrico Mattei diventa oggi uno dei protagonisti dell’economia circolare di Sogin, impegnata nell’implementare una strategia di riduzione dell’impatto ambientale col decommissioning. Questa strategia è fondata sulla minimizzazione dei rifiuti radioattivi, sull’efficientamento dei consumi energetici, il riutilizzo di edifici d’impianto per non costruirne di nuovi. L’aspetto fondamentale inoltre è soprattutto il riciclo dei materiali prodotti dagli smantellamenti. Il tutto in una visione d’insieme di economia circolare, riducendo così l’impronta ecologica generata. Oltre a liberare dai vincoli radiologici, Sogin ne consentirà lo sviluppo economico, sociale e ambientale, in quanto responsabile anche della progettazione del deposito nazionale.

sogin

Decommissioning, per ridurre l’impronta ecologica generata

Nuova vita della centrale e sostenibilità ambientale

Delle 319 mila tonnellate di materiali che saranno prodotte durante lo smantellamento della centrale nucleare latinense, ne saranno recuperate e riciclate il 93%. Di queste, la maggior parte è costituita da metalli e calcestruzzo, interamente destinati a recupero. Questo intrapreso da Sogin è un vero approccio sostenibile,  da’ cosi una nuova vita agli elementi della centrale. A garanzia della sostenibilità ambientale, tutti gli interventi sono progettati e monitorati in maniera tale da non produrre alcun impatto sull’ambiente. Sogin gestisce una rete di sorveglianza radiologica ambientale con continui controlli sulla qualità di aria, terreno, acque, fauna marina e sui prodotti agro alimentati del territorio. Latte, frutta e verdura sono dunque monitorate. L’Arpa Lazio svolge una analoga attività di monitoraggio, confrontando poi i suoi risultati con quelli in possesso di Sogin. I valori confermano impatti ambientali radiologicamente irrilevanti.

Enrico Mattei ha progettato il passato, Sogin protegge il presente garantendone il futuro.