Latina, la città dove è “reato” costruire e punito il campare

Latina, la città dove è “reato” costruire e punito il campare

12 Maggio 2019 1 Di Lidano Grassucci

Me la sono tenuta ma non ci riesco. Allora, esiste in Comune un ufficio preposto a rilasciare licenze, se gli impiegato non le rilasciano non fanno il loro dovere, e paga il contribuente, se le rilasciano vengono inquisiti con una puntualità che manco un orologio svizzero, Non solo c’è anche la gran cassa dei giornali che li descrivono come nuovi Henri Landru. All’ex Felix la colpa è non aver avuto il parere, non vincolante dell’Astral, che non so dove era prima, ma lì c’è una pizzeria da tempo immemore e nessun incidente relativo, poi hanno costruito prima di demolire (come se avessero interesse a tenere il rudere che c’era) e, udite, udire, gli imprenditori da questa operazione vogliono “speculare”, cioè guadagnare, come se guadagnare fosse reato. Quindi se vai a lavorare e sanno che prendi lo stipendio, cioè guadagni, è reato e sei criminale. Dite un caso? E Globo, e il Garden e le tribune dello stadio… ogni mattone messo a Latina è oggetto di indagine, quindi non si può fare. Giorgio Squinzi, presidente della Mapei e per un tempo presidente degli industriali chimici italiani, portò Latina ad esempio: ho impiegato anni per ampliare del 10% lo stabilimento di Latina, con la metà del tempo ho costruito 5 stabilimenti in Romania. E lo disse all’assemblea nazionale degli industriali del settore, poi qualcuno sui lamenta che qui non si investe, e chi è quel folle. Blocchi che durano anni con ruderi conseguenti.

Una situazione inquietante per la logica, se tutto è reato lo è anche vivere perché se viviamo qualche qualche combiniamo. Per sistemare un teatro sono anni che combattiamo, anni e anni, credo che dobbiamo passare alla fase due: dichiariamoci tutti incompatibili con la vita e quelli dell’ufficio licenze mandiamoli a dirigere il traffico.