Europee, referendum tra carciofi e baccalà. La terza via degli ebrei
13 Maggio 2019Ma che cosa è questa Europa? Un campo di calcio dove giocano Matteo Salvini contro Luigi Di Maio? Un club che caccia e prende chi gli pare? Un luogo che assicura un futuro a chi in Italia mica lo ha più? Una iniziativa della Alessandra Ghisleri per dare i dati sulle intenzioni di voto a Bruno Vespa per la puntata del 27 maggio? I cartelloni elettorali sono vuoti, la gente distratta, le facce dei competitori parlano con slogan non scontati, di più. Ora vanno i sovranisti, ma cosa voglia dire esserlo non l’ho capito. Sapete io sono rimasto a “sovrano è il popolo” della Repubblica romana contro papi e re. Poi ci sono gli europeisti, che non sono i tifosi stranieri del Real Madrid, ma quelli che vogliono essere europei, la geografia come una scelta.
Eppure in gioco c’è qualcosa di vero tra queste chiacchiere finte, l’idea che soli nel mondo si è più tristi. Sono figlio del sovranismo del carciofo. Noi setini coltiviamo carciofi da secoli e da secoli li mangiamo, tutto qui alt stop fine, non commerciamo, ci bastiamo. Per far conoscere i carciofi ci sono voluti quei setini alloglotti degli ebrei che “costretti” a Roma, per nostalgia, si portarono i nostri (loro) carciofi e ne fecero i “sovrani” della cucina romana, e poi del mondo. Ecco gli “alloglotti” non erano sovranisti ma figli del mondo, nati a Sezze ma figli anche di Israele, del mondo. Sono mezzo cispadano e i miei antenati della Serenissima mangiano baccalà, che non fanno, lo prendono nel nord del mondo, come le spezie nell’oriente del mondo e questo essere aperti al mondo li ha fatti per secoli i più ricchi del mondo.
Insomma, c’è un referendum tra carciofi e baccalà. Tra un modo di opportunità e ipotesi di paure. A me piacciono tanto i carciofi alla giudia, e quando sento odore di baccalà impazzisco. Mi piace il mondo radicato nel mio mondo, proprio per il sapore amaro, di ferro, che lasciano i carciofi ma ci debbo aggiungere il pensiero fino di chi ha contato Dio e non è arrivato a due.