Dedica al rumore di fondo dell’universo

Dedica al rumore di fondo dell’universo

16 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Che rumore di fondo, frastuono che non ha i sensi del senso che dovrebbero avere le cose. Il gatto guarda il bimbo, entrambi cercano di trovare qualche cosa per dare cibo alla curiosità della vita, sono in scoperta i bimbi e i gatti. Sarà per questo che le donne amano i gatti e le eresie, la magia e la caccia. Lei era così donna che capiva il gatto, il gatto la capiva ma entrambi erano indifferenti ma liberi.

L’eresia? E’ avere il pensiero altrove, vedere maghi dove altri vedevano vecchi ubriachi, vedere principi dove nessuno provava a girare la pagina della malinconia. Lei si fece guardare da un frate che passava, pellegrino, verso una sua Gerusalemme. Vide negli occhi del pellegrino l’umanità delle domande e non l’infamia arrogante delle risposte. Il frate si fermò ad ascoltare, e lei? Lei, si accorse di non saper parlare per quella libertà non dialogante che hanno i gatti, per quella bellezza tutta sua che hanno le donne quando cercano l’amore per amore che non vendono al mercato.

Il rumore di fondo era la curiosità del frate e le domande sussurrate a cui lei rispondeva con un silenzio che diventava ogni giorno libro aperto. Incrociarono gli occhi il frate e la donna, e non era incrocio pudico ma violento scontro di stupori diversi. Dio ha creato l’umano per l’eremo o per le piazze, le stanze, i rumori del mercato? Ci sarà stato un gran chiasso il giorno in cui è nato il creato, un gran lavoro e …. Dove sarà finito il sudore di Dio in quei sei giorni? Forse si è distratto e quella goccia di fatica è diventata la cosa che ha reso l’uomo più divino del suo creatore, l’umano. Gli dei greci avevano invidia degli umani amori, e amavano anche troppo, altri dei cercavano vendette in sacrifici, poi scopre, il Dio solo, la misericordia, la pietà che è dolcezza per ogni debolezza.

Lei si racconta, lei dice di mille e mille bolle di sapone e si sente viva. Il frate e la strega non dovevano incontrarsi ma dicono ora nell’osteria dell’incontro, che ancora si amano e quell’amore è il rumore di fondo dell’universo con un Dio che sorride complice di quella bellezza.