Il Belvedere di Sezze che fa riscoprire la “res publica” setina, la fine dei vescovi
18 Maggio 2019“Ma che fa, è na bella cosa”. E l’essere bella cosa mondava dall’essere cosa “comprensibile”. Sezze è stata per tanto tempo così, era una bella cosa. Oggi si vuole “discutere” e c’è un paradossale confronto su due binari paralleli: quelli della giunta dicono “e’ una bella cosa” e pubblicano, con orgoglio, l’effetto della statua di Lidano al computer, e sostengono “ma è tutto gratis”, e gli altri, tutti gli altri, dicono, semplicemente ” E’ cosa di tutti e vorremmo dire la nostra”. Si è rotto un modello che “demandava” la scelta, si è interrotto un flusso che vedeva le scelte con il “superfluo della condecisione, della partecipazione”. Sezze evidenzia una opinione pubblica che non si placa sul… “e’ una bella cosa”, ma sente che qualcuno la consideri “sua cosa” ed invece è res publica. Sì, a Sezze si sono scoperti repubblicani e sulla cosa di tutti ciascuno vuole dire la propria, anche sbagliando, è finito il tempo dei vescovi
L’amministrazione sta sottovalutando il fenomeno, pensa che sia un vento che poi, a statua fatta, sui placherà. Sono ancora dentro l’idea proprietaria del mandato di rappresentanza e non capiscono la necessità della colleganza.
Credo, da Lidano, che fare una statua a San Lidano non sia nè bene, nè male, ne bello nè brutto, ma sia inutile, perché non è santo barocco, non è santo retorico, è monaco concreto di coscienze e la sua venerazione è nelle 400 persone che portano il suo nome addosso. Credo che non averlo detto, averlo fatto cose se fosse un belvedere cosa propria ed era cosa di tutti, sia stato un errore grave ed in politica ci sono cose che costano.
Dal belvedere, nei giorni di maggio con la pioggia, le rondini quasi volano a raso, indisturbate, un bel monumento, che dite?