Il ragazzo del laghetto di Parco San Marco e Marinella
25 Maggio 2019Fabrizio De Andre lesse una storia su un giornale locale, la storia di una ragazza che si era gettata nel Bormida. Ne fece un capolavoro, un capolavoro…
Questa di Marinella è la storia vera
che scivolò nel fiume a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal fiume la portò sopra a una stella
sola senza il ricordo di un dolore
vivevi senza il sogno di un amore
ma un re senza corona e senza scorta
bussò tre volte un giorno alla tua porta
A Latina ieri un ragazzo ha saltato la recinzione del laghetto di parco San Marco e si è lasciato andare, ha lasciato che le cose andassero ad affogare il respiro. Mi dicono che girava lì da un poco, veniva chissà da quale posto, e chiedeva conforto poi ha saltato la recinzione e si è lasciato andare. Se parti da lontano e fai un viaggio speri che l’arrivo sia meglio del partire e la fuga abbiamo come meta un posto dove fermarti un poco e la gente ti chiede “come va”. Invece ci sono anime perse che nessuno ricorda al partire, nessuno conosce all’arrivo. Come se qualcuno avesse abusato, o fosse di troppo, in questo stare. Ho freddo, un maggio che gela, ma non il corpo che trova comunque un tepore ma nell’anima. Quel ragazzo avrebbe potuto inventare un razzo, fare con il legno pupi bellissimo, o nel solco far venire grano di meraviglie o raccontare storie che i bimbi stavano ad ascoltare. Ha saltato la recinzione e si è lasciato andare, domani nessuno sarà al suo funerale, poi un angolo di un posto e non avrà mai fiori. Una maledizioni che capita ai nati mai nati, anime perdute, come d’avanzo.
MI verranno a dire, doveva comunque vivere, la vita… ma la vita talvolta è una condanna e la morte è ancora peggio.
e come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno come le rose