Luciano Marinelli, una banda jazz ti accoglierà

Luciano Marinelli, una banda jazz ti accoglierà

25 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

E’ scomparso oggi Luciano Marinelli, un pezzo di Latina, di una Latina che poteva essere

Conobbi Luciano Marinelli per via del basket. Per via di un mio amico Felice Costanti (si quello che poi ha fatto l’assessore, mica sono perfetto)  che essendo allampanato lo presero da Cori per giocare a Latina. Essendo un poco ideologizzati, era tempi rossi quelli, qualche noia veniva fuori, ma siamo figli dei tempi e volevamo essere antiborghesi mentre lo, inevitabilmente, diventavamo.

Luciano Marinelli, era sempre curato, un pezzo di british in questa città così “tanto triste”. Un signore che aveva tanta cortesia, educazione. Poi il jazz, l’ultima volta che ci siamo parlati era per i concerti jazz che programmavano al circolo cittadino “Sante Palumbo” io lui e Alfredo De Santis il presidente del circolo. Sorrideva sempre, io la battuta facile “il jazz piace solo a chi lo suona” citando Woody Allen, lui “ma devi venire”. Il jazz è americano come il basket è per noi, noi gente latina, come un pianeta da esplorare. Marinelli mica lo capivo in un mondo stretto allargarsi a quell’America lontana, alla passione, alle passioni che per noi protoborghesi ancora da scoprire. Avvocato, come Paolo Conte con lo swing dentro, con il destino in musica, e in un palazzetto. Latina ha memoria breve, poi “smemora” pure, lui era così solido perché è vero il basket era per se, il jazz era per se. E’ stato un pioniere in una terra di pionieri, ma lui non  “pionerava” la terra, lui “pionerava” il piacere: lo sport, la musica diletti del’anima nella città del bisogno.

Mentre scrivo mi passo in sottofondo “il diavolo rosso”, ecco lui ha “pionerato” la bellezza ove non c’era, il diritto al diletto al pacere british alla bellezza.

Ci