Per l’Europa ci vuole la “boccia”, il continente calvo

Per l’Europa ci vuole la “boccia”, il continente calvo

28 Maggio 2019 0 Di Lidano Grassucci

Le cose vanno registrate, il prossimo parlamento europeo deve avere una sede a Ceriara di Priverno. Su 74 parlamentari europei tre sono pontini, Matteo Adinolfi da Borgo Piave, Nicola Procaccini da Terracina, Salvatore De Meo da Fondi.

Diversi in tutto ma tutti e tre calvi, tutti e tre senza capelli. La battuta è di Elisa Giorgi e io me la rivendo, da parassita.

Per essere parlamentare europeo devi essere pontino (non ciociaro per carità), un poco conservatore, se tanto di più non fa male, di certo non  progressista. E, in particolare, devi aver perso i capelli. L’europa è continente calvo:  senza capelli sei europeo, più europeo. Essere europeo non è questione ideologica ma tricologica (infatti i trapianti di capelli li fanno in Turchia e i turchi nella Ue non ci sono). La via calva alla unione continentale vince sulla via politica, infatti il padre dell’unione non è Altiero Spinelli e il suo manifesto di Ventotene, ma Figaro, il barbiere di Siviglia. Esiste una europa pontina e calva, il resto è noia. E pensare che c’era un mio amico che ha perso i capelli a 14 anni, lo prese non bene, eppure era il più europeo di noi, lui non lo sapeva e manco noi. L’inno della nuova Europa calva? Non è l’inno alla gioia di Ludwig van Beethoven, ma Cara di Lucio Dalla :

“Quanti capelli che hai, non si riesce a contare 
Sposta la bottiglia e lasciami guardare 
Se di tanti capelli, ci si può fidare”